Pensato per le navi, l’Ais è un sistema che identifica automaticamente le unità in navigazione che potrebbe rivelarsi utile anche nel diporto. Vediamone le caratteristiche principali: cos’è, come funziona, per chi è obbligatorio, le tipologie presenti sul mercato e come si installa a bordo.
Tra le regole fondamentali per una navigazione sicura c’è sicuramente quella di disporre di una buona visibilità e creare le condizioni migliori per essere avvistabili, soprattutto di notte, in caso di nebbia o foschia oppure quando si è ormeggiati in rada o s’incrociano rotte trafficate. Per questo motivo skipper ed equipaggio si preoccupano di rispettare sempre un’attenta vigilanza in coperta e utilizzano tutti gli strumenti previsti dalle norme internazionali, come le luci di via e di fonda, la radio Vhf, il Gps, etc.
Esiste anche la possibilità di integrare gli strumenti obbligatori di bordo con ulteriori apparati che si servono delle più recenti tecnologie per monitorare le unità in navigazione. Tra questi c’è l’Ais, un sistema che identifica automaticamente le unità in navigazione e che potrebbe rivelarsi utile anche nel diporto. Vediamone le caratteristiche principali: cos’è, come funziona, per chi è obbligatorio, le tipologie presenti sul mercato e come si installa a bordo.
Sviluppato per evitare le collisioni in mare
La Ais è l’acronimo di Automatic identification System, un sistema di identificazione automatica concepito per le navi dall’ingegnere svedese Hakan Lans e sviluppato a partire dagli Anni 90 dall’Imo, l’Organizzazione Mondiale Marittima per evitare le collisioni in mare. Integra i tradizionali sistemi di osservazione visuale, quelli di ascolto radio o di tracciamento radar. A differenza di altri strumenti consente di avere numerose informazioni sul tipo di unità, la sua rotta e destinazione.
Il sistema Ais è obbligatorio per le navi che superano le 300 tonnellate di stazza o i 15 metri di lunghezza, per quelle da trasporto di oltre 11 passeggeri sottoposte alle norme Solas e per i pescherecci di oltre 15 metri registrati in uno dei paesi dell’Unione Europea. Non sono previsti obblighi invece per le unità da diporto.
Dati trasmessi, canali di invio e portata della trasmissione
Il sistema AIS trasmette in tempo reale su frequenze Vhf una serie di informazioni che riguardano l’unità sul quale è installato ricevendo al tempo stesso quelle relative alle altre unità nelle vicinanze. Funziona con uno strumento ricetrasmittente chiamato trasponder o tranceiver, ci sono poi anche solo i ricevitori di segnale.
Le informazioni trasmesse sono di due tipi: statiche, ossia quelle inserite dall’armatore (nome, tipo della nave, numero di registrazione, tipo di carico, codice Mmsi, lunghezza, pescaggio, destinazione, etc.) e dinamiche, ovvero ricavate automaticamente dagli strumenti di bordo (posizione, rotta, velocità, etc). A queste si possono aggiungere poi informazioni sulle manovre, il tempo per arrivare, all’approdo più vicino, l’angolo di prua, etc.
La trasmissione radio avviene sul canale Vhf 87 (161,997 5 MHz) e sul canale Vhf 88 (162,205 MHz). I dati sono mostrati graficamente su un apposito apparecchio ma possono essere visualizzati anche su computer, schermi radar, plotter, etc. Qual’è il limite di portata? La trasmissione del segnale Ais usando le frequenze Vhf ha una portata orizzontale di tipo ottico che in mare aperto è di circa 25 miglia: più l’antenna è installata in alto, maggiore naturalmente è la portata dell’apparecchio.
Tipi di Ais in commercio
In commercio ci sono vari tipi di strumenti Ais. I più comuni sono quattro:
– Trasponder di classe A. Il trasponder di classe A è lo strumento previsto per le unità obbligate ad avere l’Ais. Ha il display integrato e le dimensioni di un plotter, una potenza di trasmissione elevata (12,5 W), un’alta frequenza di trasmissione (intervalli di tempo da 10 a 2 secondi in base alla velocità), possibilità di registrare ed emettere più informazioni e anche brevi messaggi di testo. Per il suo funzionamento si può usare la stessa antenna della radio Vhf dividendo il segnale in arrivo con lo splitter, un apposito separatore di frequenze (costa circa 50 euro), anche se è preferibile usarne una specifica per evitare perdite di potenza o interferenza del segnale. Il costo è a partire dai 600 euro.
– Trasponder di classe B. Il trasponder di classe B ha una minore potenza di emissione (2 W), effettoa trasmissioni più intervallate (circa 30 secondi) e con meno informazioni utili riguardo l’unità. Il costo è a partire dai 300 euro.
– Ricevitore. Grande quanto un pacchetto di sigarette, il ricevitore invece non è in grado di inviare messaggi radio, quindi non informa della propria presenza ma consente di ricevere e visualizzare autonomamente o su altri strumenti i dati trasmessi dalle unità nei dintorni. È alimentato a 12 Volt, ma ci sono modelli autoalimentati con presa Usb, ha un ingresso per l’antenna Vhf e uscite Nmea o Usb per collegarlo agli strumenti di bordo e al computer. Il costo è a partire dai 100 euro.
– Segnalatore di emergenza Sart. Il Sart-AIS infine è un segnalatore personale di emergenza dotato di Gps che si attiva in caso di caduta in mare e invia le coordinate del naufrago alle unità nei paraggi. Il costo è di circa 200 euro.
Come installare l’Ais
L’installazione dell’Ais è piuttosto semplice e richiede circa un’ora di lavoro, più il tempo necessario per installare un’eventuale antenna dedicata. Se non avete già un chartplotter compatibile con l’Ais, potete collegarlo a un Pc dotato di un programma cartografico adeguato, oppure se preferite avere un Ais che funziona senza bisogno di Pc, potete anche acquistare un Ais dotato di uno schermo Lcd che visualizza la posizione delle navi in modo simile ai radar.
Per prima cosa occorre fissare il box dell’Ais a bordo e collegarlo all’alimentazione 12 Volt. Dopo avere installato uno splitter, occorre staccare il cavo dell’antenna dal Vhf e collegarlo allo splitter, quindi collegare uno dei cavi antenna in uscita dallo splitter all’Ais e l’altro al Vhf. Collegare poi all’uscita dell’Ais il cavetto seriale in dotazione e tagliare via il connettore all’altra estremità del cavo. Poi prendete i due fili contrassegnati come “Nmea out”, spelateli un po’ e infine connetteteli al “Nmea in” del plotter cartografico.
Dovete ora accertarvi di impostare sul plotter la velocità della porta Nmea a 38400 bps, che è la velocità con cui l’Ais invia i dati. Se vi dimenticate di impostare questo parametro (che di solito è impostato a 4800 bps che è la velocità standard del bus Nmea) i due dispositivi (AIS e plotter) non riusciranno a comunicare, pertanto il sistema non funzionerà. Importante: impostando la velocità del NMmea a 38400 bps nel plotter, è probabile che se avete collegato l’uscita Nmea del plotter stesso ad altri strumenti, la comunicazione non funzioni più in quanto gli altri strumenti accettano dati in ingresso soltanto alla velocità di 4800 bps. In questo caso l’installazione di un Multiplexer Nmea può risolvervi tutti questi problemi di comunicazione fra strumenti diversi.
Una volta acceso il display, compariranno sulla carta nautica le icone delle navi che trasmettono i dati As e che si trovano entro la portata di trasmissione. Cliccandoci sopra verrà visualizzata una finestra con tutte le informazioni trasmesse. Nell’elenco dei bersagli Ais, sarà possibile tenere sotto controllo quelli con le rotte più pericolose e il software vi avvertirà con un segnale d’allarme nel caso siate in rotta di collisione. Se come plotter cartografico utilizzate un Pc con apposito programma, allora potete fare a meno di tagliare il connettore del cavo seriale in dotazione con l’Ais, e invece dovrete attaccarlo direttamente alla porta seriale del vostro Pc. In questo caso, però, dovrete anche connettere l’uscita Nmea dell’antenna Gps al filo singolo che esce dal cavo seriale lato Ais. In questo modo l’Ais si comporterà come un multiplexer Nmea: riceve i dati dall’uscita Nmea del Gps e li ritrasmette sul canale Nmea al Pc, insieme alle informazioni Ais. Il Pc riceverà entrambe le informazioni le utilizzerà per plottare sulla carta la posizione della vostra barca e quella delle altre imbarcazioni. Nei casi più complessi potete sempre optare per l’installazione di un vero e proprio multiplexer Nma.
Insomma sicuramente il sistema Ais è un aiuto in più a capire cosa succede intorno alla barca e prevenire possibili incroci di rotte pericolose. È necessario avere L’Ais su una barca da diporto? In realtà non è indispensabile. Sicuramente a bordo quantomeno l’uso di un ricevitore aumenta la quantità di informazioni sulle unità che usano l’Ais e che navigano nei pressi della propria barca e la sicurezza. Non bisogna però dimenticare che non tutte le unità adottano questo strumento e che in alcuni casi può essere disinserito anche da quelle obbligate ad averlo. E soprattutto non dimenticare che l’Ais non può sostituire gli occhi di skipper ed equipaggio.
Buongiorno David e grazie per questa spiegazione molto precisa e utile.
Una domanda: le imbarcazioni da diporto adibite a locazione e noleggio, cioè quelle con il libretto blu, per intenderci, superiori a 15 metri, sono obbligate all’AIS?
Grazie per la tua risposta.
Filippo
Ciao Filippo e grazie per l’apprezzamento. Attualmente non è previsto l’obbligo per la categoria di barche da diporto adibite a locazione e noleggio superiori a 15 metri. In Italia come anche in Francia, che come sai sulla sicurezza sono molto rigorosi. È obbligatorio solo in certe regate che lo prevedono tra le dotazioni supplementari di sicurezza.
Grazie e buon vento!