Salpancora: usi e abusi

Il salpancora è un prezioso alleato degli ancoraggi in rada, ma spesso si vedono equipaggi che lo maltrattano esponendolo a pericolosi sovraccarichi e a inutili sprechi di energia deleteri per le batterie di bordo. Vediamo come utilizzare al meglio questo dispositivo, quali sono le procedure corrette per calare e salpare l’ancora e come ridurre i consumi elettrici.

Sostando alla fonda in baia non è raro vedere equipaggi di imbarcazioni che salpano con l’apposito argano elettrico la catena dell’ancora costantemente sotto trazione, compreso il distacco del “ferro” dal fondale marino. Si tratta in genere di yacht che imbarcano potenti batterie capaci di produrre grandi riserve di energia. Al di là della capacità di far fronte ai forti consumi della propria barca, si tratta in ogni caso di manovre errate e poco marinaresche che generano sovraccarichi pericolosi alle attrezzature e inutili sprechi di risorse. Sui normali cabinati dalle misure più umane e con generatori elettrici ben dimensionati non si deve incorrere in tali errori grossolani.

Vediamo allora come utilizzare al meglio e in maniera efficace il salpancora per calare e salpare l’ancora in sicurezza, ma anche evitando di esaurire la preziosa energia di bordo.

Salpancora

Niente sovraccarichi per il nostro salpancora

Il salpancora deve avere una capacità di sollevamento minima di quattro volte il peso del sistema d’ancoraggio (ancora + catena). In questo modo è possibile salpare l’ancora anche nei casi più difficili di ancoraggio e avere inoltre una sufficiente forza disponibile per tonneggiarsi. Ma quanto consuma un salpancora e come si usa in maniera corretta? Un salpancora da 1.500 Watt che ha un assorbimento nominale di 125 ampère, per esempio, può (se usato male) abbattere una batteria di 100 ampère in pochi minuti. Per questo dovremmo utilizzare il nostro argano elettrico con il minor carico possibile ed eventualmente arrestarlo ogni volta che si avverte un aumentare della trazione.

È da evitare assolutamente l’uso del salpancora per spedare un’ancora dal fondale. Per questo è meglio ricorrere al motore di bordo imprimendo piccoli colpi di avanzamento: la manovra è molto più efficace e non grava eccessivamente sulle batterie.

Salpare ancora

Salpare l’ancora: la procedura corretta

È molto importante eseguire una procedura corretta per salpare l’ancora quando si vuole lasciare l’ormeggio alla fonda.

– In assenza di vento una barca alla fonda ha sicuramente la catena dell’ancora che scende verticalmente da prua fino al fondale marino. In queste condizioni si può salpare la catena agevolmente e senza sforzo poiché il salpancora deve sollevare solo il peso di quest’ultima. Recuperati i primi metri, la catena inizia a sollevarsi dal fondale disponendosi obliquamente in direzione dell’ancora e di conseguenza aumenta la forza di trazione sul verricello. Interrompendo il recupero, il peso della catena fa avanzare la barca fino a quando il calumo torna essere di nuovo verticale. A questo punto si può riprendere a salpare la catena. Utilizzando il motore di bordo per avanzare il recupero diventa più agevole e continuativo.

– Diversamente se c’è vento forte e si insiste a usare solo il salpancora anche quando la catena appare visibilmente inclinata e tesa, si corre il rischio di superare il valore massimo di trazione del dispositivo elettrico sovraccaricando le batterie e causandone il collasso con conseguente abbattimento della corrente. In un motore elettrico come quello del salpancora la coppia, ovvero la forza che il motore trasmette alla ruota dentata, è proporzionale alla corrente assorbita. Raddoppiando il carico sulla catena si raddoppia la corrente assorbita e di conseguenza si riduce proporzionalmente anche il tempo di erogazione della batteria.

Consumi salpancora

Consumi del salpancora: le cinque verità da sapere

Per capire quali sono i carichi in gioco e i consumi di bordo quando si salpa l’ancora è bene tenere a mente i seguenti punti:

1. Quando il motore del salpancora inizia a calare di giri sta già superando il limite dell’assorbimento nominale. Se cala ulteriormente si rischia di collassare le batterie.

2. Tenendo il motore di bordo acceso durante la manovra si ha un apporto di corrente pressoché irrilevante: meno del 5%.

3. Utilizzando un salpancora per 5 minuti consecutivi applicando il carico indicato sulla targhetta del motore si provoca un abbattimento delle batterie recuperabile solo con molte ore di ricarica.

4. Se una batteria scende sotto gli 11 Volt è difficilmente recuperabile.

5. La linea elettrica del salpancora è in genere protetta da un limitatore di corrente, detto anche “salvamotore”. Questo dispositivo consente di utilizzare i carichi elevati solo per tempi brevi. Se questi limiti vengono superati, il salvamotore si stacca interrompendo definitivamente il flusso di corrente al salpancora.

Per calare l’ancora con il salpancora invece il consumo delle batterie è irrilevante. Tuttavia quando c’è molto fondale l’operazione risulta abbastanza lenta. Per velocizzare la posa dell’acqua e del rispettivo calumo è preferibile utilizzare la frizione del salpancora effettuando cioè la calata libera con motore fermo.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

1 Comment
  1. opportuno anche dire che dopo avere completato l’ancoraggio, è bene usare un gancio sulla catena, a cui fissare una cima che sarà fissata alle bitte di Prua, allentando la tensione sulla catena e sul Salpa ancora che non dovrà fare lo sforzo di tenere ferma la barca. Soprattutto su c’è molto fondo e se c’è vento.

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