Rinasce lo storico cantiere Moana delle barche giramondo

Una bella notizia in questo periodo di pandemia: il celebre cantiere fondato da Franco e Vittorio Malingri nel 1982 dedicato alle barche da oceano riapre i battenti. Ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi lo stesso Vittorio. Pronti già tre modelli tutti di piccola taglia.

Vittorio Malingri è sempre stato un marinaio in controtendenza, fedele solo a sé stesso. Un outsider della vela che però a questo mondo ha dato tanto e per molti è ancora oggi un modello di valori importanti: creatività, lavoro duro e determinazione. E allora il buon vecchio “Ugo” in piena crisi da pandemia fa una cosa che non ti aspetti. Sulla sua pagina Facebook da un annuncio ufficiale: riapre il cantiere storico della famiglia Malingri e ricomincia la produzione dei “Moana”.

Ecco la bomba: in totale controtendenza con questo difficile momento storico, con diversi cantieri in crisi, come per esempio il francese Fora Sailboats, Vittorio Malingri rilancia la posta e mette sul piatto una scelta coraggiosa, un po’ folle e per questo forse la più giusta. “In tempi di crisi quelli intelligenti trovano soluzioni – diceva il grande Totò – mentre gli stupidi cercano i colpevoli”.

I Moana, barche mitiche per velisti duri e puri

Moana nella lingua Maori vuol dire “il blu del mare profondo”, il che la dice lunga sulla destinazione di queste celebri barche giramondo pensate per navigare in oceano. Il cantiere Moana venne fondato dal padre di Vittorio, Franco Malingri nel 1982. Riuscì a realizzare 130 unità che in Italia hanno rappresentato i primi esemplari di cabinati studiati appositamente per frequentare ogni latitudine e magari cimentarsi anche in regate transoceaniche. Ogni modello era costruito per navigare anche tra i 40 Ruggenti, le basse latitudini, dove il mare spazza via skipper e barche non preparati.

I vecchi Moana coprivano quasi ogni dimensione, dai 7 ai 20 metri e tutti sono ancora naviganti in ogni angolo del globo. Si trattava di barche solide e veloci, affidabili e semplici, vivibili e performanti. Con uno di questi, un 27 piedi allungato a 30, lo skipper Franco Ciccio Manzoli arrivò terzo alla Ostar del 1996.

Stessa filosofia, più esperienza

Poi nel 2002 il cantiere ha chiuso i battenti. Ma ora questa bellissima avventura riparte in una veste nuova, a partire dal nome Moana Shipyard. “Ripartiamo esattamente dallo stesso punto in cui abbiamo lasciato – afferma Vittorio Malingri – solo con altre 200.000 miglia di mare ed esperienza sulle spalle. Moana Shipyard riprende la tradizione proponendo la stessa visione di barca d’altura costruita a regola d’arte, ma con un esperienza ancora maggiore e con carene nuove e moderne ancora migliori di quelle che disegnai per il 27′, il 33′ e il primo di tutti, il Moana 45,’ progettato assieme ad Enrico Caccia”. Adesso il nuovo compagno d’avventure di Vittorio e socio del nuovo cantiere è Marco Veglia che firma insieme a lui i disegni delle barche con il quale aveva già fondato lo studio di progettazione VMV con sede a Senigallia.

No a logiche industriali, viva la cultura artigianale

I nuovi Moana, sono tre e tutte di taglia “piccola” per gli standard di oggi: un 26 piedi, il Minimo 770, già disegnato da Veglia nel 1999 per Malingri prima che chiudesse il cantiere nel 2002; un 29 piedi, il Minimo 900 e un 35 piedi, il Moana 35. Vittorio affronta l’impresa con un socio, il progettista Marco Veglia,.

Come già accaduto con i vecchi Moana, anche i nuovi saranno barche fuori dalle logiche industriali, barche artigianali pensate per navigare senza confini in giro per il mondo. Il cantiere propone tre modelli già pronti per una costruzione immediata, tutti disegnati in proprio e realizzati in due versioni: Open Cruiser per la navigazione d’altura e i grandi viaggi in mare e Race per partecipare con successo alle regate d’altura, le lunghe mediterranee e le competizioni oceaniche in equipaggio e in solitario. Insomma il mito dei Moana torna alla grande e scommettiamo che, esattamente come avvenne in passato, sarà una lezione di vita e di mare per tutti.

Bi-Loup, torna in vita il cantiere francese

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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