Ricettività nautica in Italia: la Liguria al primo posto

Pubblicato nel novembre scorso il dossier ministeriale Diporto Nautico in Italia 2016 che fotografa la recettività nautica in base al numero di porti, approdi turistici, marina e numero di posti barca disponibili lungo gli 8 chilometri di coste italiane. Una distribuzione poco uniforme che vede la Ligura in testa alla classifica, seguita da Toscana e Sardegna.

La misura della cultura nautica di un Paese passa anche attraverso la propria ricettività di barche, insomma quanti porti, marina, approdi turistici e ormeggi sono a disposizione dei diportisti nazionali e internazionali. Il nostro Paese accoglie circa 158.088 posti barca divisi tra ormeggi nei cosiddetti Marina, ossia porti turistici costruiti appositamente per le esigenze dei diportisti e ormeggi in porti preestistenti e a uso anche commerciale e mercantile per un totale di circa 400 strutture o concessionari di spazi a mare demaniali. Ebbene come sono distribuiti questi posti barca lungo la nostra Penisola. Quali sono in Italia le regioni a più forte matrice nautica? Secondo il dossier Diporto Nautico in Italia 2016, rapporto stilato ogni anno dall’Ufficio di Statistica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è la Liguria la prima regione italiana in tema di ricettività nautica con 25.374 posti barca, di cui 1.375 dedicati ai maxi yacht con una lunghezza superiore ai 24 metri. Segue al secondo posto la Toscana, con 18.770 posti barca, di cui solo 413 per imbarcazioni da oltre 24 metri, mentre completa il terzetto delle regioni a più alto tasso di yachting la Sardegna, con 17.576 ormeggi, di cui 475 dedicati ai maxi yacht.

 Marina

Crescono posti barca, calano unità registrate in Italia

Quanto alle infrastrutture, il dossier del Ministero segnala una leggera crescita del totale dei posti barca rispetto al 2015, a fronte di una altrettanto lieve diminuzione delle unità iscritte. Insomma, aumentano gli ormeggi ma calano le barche iscritte in Italia. Rispetto al 2015, si è assistito ad un calo di circa 1.000 unità (-1,14 per cento) nel naviglio da diporto iscritto in Italia ma, contemporaneamente, a un incremento di poco più di 500 posti barca (+0,33 per cento) nella dotazione di infrastrutture per il diporto. In particolare, incrementi significativi delle unità da diporto sono stati registrati nel 2016 in Molise (+8,6 per cento) e dei posti barca in Liguria (+10 per cento), Lazio (7,4 cento) e Sicilia (5,8 per cento). Una statistica su cui certo ha inciso la tendenza degli armatori nostrani a iscrivere la propria barca all’estero (Grecia, Portogallo, Spagna, Albania, etc.) per approfittare delle migliori condizioni fiscali e dei prezzi di ormeggio più bassi.

Attualmente le regioni con più iscrizioni di naviglio da diporto sono, nell’ordine, la Liguria con 18.693 unità (pari al 18,5 per cento del totale), la Campania con 15.133 unità (14,9 per cento), il Lazio con 11.875 unità (11,7 per cento) e la Toscana con 10.563 unità (10,4 per cento). Per trovare la Sardegna (che è al terzo posto per numero di ormeggi) bisogna, invece, scendere alla settima posizione, con 4.448 unità iscritte. A ormeggiare sui pontili sardi, quindi, sono prevalentemente barche di altre regioni o estere.

Tale statistica tuttavia deve tener conto del fatto che le piccole unità, quelle cioè al di sotto dei 10 metri di lunghezza, non hanno l’obbligo di essere immatricolate e quindi sfuggono a questo tipo di censimento.

Ormeggi

Numero posti barca: il Nord più accogliente

Per quanto riguarda invece la distribuzione delle infrastrutture lungo i suoi quasi 8 mila chilometri di costa, lo studio annuale sul diporto in Italia, registra ancora squilibri relativi al numero medio di posti barca per chilometro di costa tra l’Italia meridionale e insulare (12,2 posti per chilometro), l’Italia settentrionale (72,5 ormeggi per ogni chilometro di litorale) e l’Italia centrale, con 29,4 posti al chilometro. “Per colmare queste carenze – ha detto il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio – si rendono, quindi, necessari interventi ancor più incisivi e mirati, finalizzati all’ammodernamento dei porti e al recupero, consolidamento e valorizzazione dei punti di sbarco dedicati alla nautica da diporto ma maggiori investimenti per favorire l’occupazione nel settore industriale del diporto nautico e del relativo indotto, in collaborazione con le istituzioni pubbliche e private coinvolte, allo scopo di migliorare la competitività dell’intero comparto, sempre nel rispetto delle coste italiane e dell’ambiente marino”.

 

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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