Quando la vela diventa un incubo: due incidenti assurdi

Nel mese di gennaio un velista di 23 anni e un altro di 60 anni sono stati protagonisti di due incidenti fatali e a loro modo spaventosi che raccontano la parte oscura e fatale della vela.

Vela e incidenti. La vela è un‘attività che ci regala grandi soddisfazioni, ci riempie il tempo libero, orizzonti infinti e la possibilità di conoscere noi stessi come forse nessuna altra cosa. Ma come tutte le discipline tecniche che si svolgono in mezzo alla natura e che richiedono attrezzature specifiche e competenze approfondite, a volte ci mette di fronte a situazioni estremamente difficili e a volte addirittura tragiche.

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Incidenti vela

Un razzo di segnalazione gli esplode in faccia

Come testimoniano i due gravi incidenti che si sono susseguiti in questo mese di gennaio 2023 a carico di due velisti . E che ciascuno a loro modo hanno qualcosa di fatalmente assurdo. Il primo è accaduto lo scorso 1° gennaio a un ragazzo olandese di 23 anni che era impegnato nell’Atlantic Rally for Cruisers (ARC), la traversata atlantica in flottiglia ideata da Jimmy Cornell. Il giovane velista ha lanciato un razzo di salvataggio di fabbricazione spagnola dalla sua barca per festeggiare il nuovo anno, ma il dispositivo era difettoso e gli è esploso in faccia. L’equipaggio ha fatto di tutto per tenerlo in vita anche seguendo i consigli di un’equipe medica alla radio Vhf e al telefono satellitare, ma non c’è stato nulla da fare.

Il Comitato di Sicurezza olandese, dopo un’indagine condotta da un organismo nazionale e temendo che non si tratti di un incidente isolato, ha raccomandato la sostituzione del modello in questione: un Pirolec Red Rocket L-35 del lotto 0525/2021 – 113. Lo stesso produttore spagnolo LECEA di questi razzi Pirolec ha avviato un richiamo dell’intero lotto.

Incidenti vela

Sale sull’albero della barca e sbatte la testa

Il secondo incidente mortale ha visto protagonisti due velisti francesi di 60 anni che nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 gennaio, navigavano a poco più di 10 miglia a Ovest di Fuerteventura, alle isole Canarie. Uno dei due componenti dell’equipaggio del Pogo 30 Poppy ha deciso di salire sull’albero alto circa 11 metri per effettuare una riparazione d’urgenza. In quel momento il vento era molto forte e il mare agitato con onde alte diversi metri. Una volta sull’albero, proprio a causa dei forti movimenti della barca, l’uomo ha perso l’equilibrio ed è caduto all’indietro battendo violentemente la testa contro l’albero e l’antenna del radar. Ed è rimasto così legato all’imbragatura a testa in giù e perdendo sangue.

Quando il suo compagno di navigazione ha capito che non sarebbe riuscito ad aiutarlo, ha dato l’allarme. Erano da poco passate le 20. L’imbarcazione è stata raggiunta alle 21,15 da un elicottero Helimer 201 partito dall’aeroporto di Tenerife Sur. Quando il mezzo è arrivato, l’uomo era ancora appeso all’albero a testa in giù e aveva perso conoscenza. L’elisoccorritore però, a causa del mare agitato, non è stato in grado di recuperare l’uomo sull’albero. Così si è limitato a imbragare e portare via il sopravvissuto. Nel mentre la barca era ancora in mezzo all’Atlantico con un uomo appeso all’albero.

Un soccorso estremo che non è riuscito

Incidenti a vela. Diversi altri tentativi di soccorrere l’uomo si sono susseguiti durante la notte e all’alba. Ma lo stato del mare impediva agli equipaggi di trovare una soluzione. Fino a che il giorno dopo la barca è stata raggiunta dalla motovedetta Miguel de Cervantes con a bordo una squadra speciale di sommozzatori della Guardia Civile che sono riusciti a salire a bordo. Quando i sommozzatori sono arrivati sul Poppy, l’uomo però era caduto sul ponte e gli uomini ne hanno costato il decesso. Barca e vittima sono stati portati nel porto di Las Palmas a Gran Canaria.

Gli inquirenti hanno messo sotto sequestro la barca e aperto un’indagine. Sia per capire l’esatta dinamica dell’incidente che se sia stato fatto tutto il possibile per salvare la vita del velista.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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