Passato l’inverno è tempo di tornare a navigare da soli, con la famiglia o con gli amici. Per la buona riuscita della prima crociera è bene cominciare a lavorare a terra, preparando la barca ed eseguendo i controlli sull’efficienza di impianti e attrezzature. Poi va pianificato il viaggio, studiato l’itinerario, i tempi di navigazione, i possibili scali, valutato il meteo e infine va gestita la vita a bordo, dal bagaglio alla cambusa a i turni di guardia.
Nonostante le barche moderne siano mezzi di viaggio sempre più efficienti grazie alla tecnologia installata a bordo, la crociera a vela anche ai giorni nostri ha il sapore dell’avventura: si viaggia per mare, un elemento pieno di incognite e se non si è skipper professionisti si deve ogni volta riprendere confidenza con le sue leggi e le sue dinamiche. A questo si deve aggiungere la dimestichezza con la barca, le manovre e l’affiatamento dell’equipaggio. Affinché una crociera riesca al meglio, occorre mettersi al lavoro prima di mollare gli ormeggi, tenendo bene a mente che una buona navigazione inizia a terra e richiede organizzazione, informazioni, studio del percorso e coinvolgimento attivo di tutte le persone che vi prendono parte.
I cambiamenti di programma e le decisioni dell’ultima ora fanno parte del gioco, ma il lavoro fatto prima di partire è fondamentale. Una fase utile non solo al neofita alle prese con la prima crociera, ma anche a quei velisti che sono rimasti a terra per svariati mesi che hanno bisogno di togliere un po’ di ruggine e tornare a pensare in modo “marino”.
Preparare la barca: i controlli tecnici
L’idea che la barca a vela sia un mezzo semplice, con un albero su cui alzare le vele, un timone e qualche drizza è un po’ fuorviante. Questa essenzialità a bordo infatti si trova solo su alcune barche da lavoro o da pesca, oppure sulle piccole derive. Innovazioni e attrezzature hi-tech hanno in realtà reso i cabinati moderni degli oggetti piuttosto complicati. Sia per i neofiti che si apprestano alla prima crociera ma anche per gli armatori che lasciano in inverno la barca in letargo e che all’inizio di ogni stagione devono riprendere daccapo il filo per fare navigare la propria barca. Quindi anche per loro ogni anno all’inizio della bella stagione si ripresenta l’incombenza della preparazione della barca. Una scocciatura forse, ma anche uno dei piaceri di chi ama la vela.
Come prima operazione la barca deve essere lavata con acqua dolce per togliere eventuali tracce di salino. Accessori come carrelli, stopper, rinvii e bozzelli devono essere azionati per verificare che i loro meccanismi si muovano agilmente e senza attriti. In caso di blocco di un dispositivo non bisogna mai forzarlo, ma provare a smontarlo: in genere sono operazioni semplici da fare con l’unica cura di ricordarsi le procedure di rimontaggio aiutandosi con un secchio dove riporre i pezzi, così da non rischiare di perderne qualcuno. In generale per “risvegliare” l’attrezzatura vale la regola di una buona pulizia, l’utilizzo di un olio di qualità e di un buon grasso marino senza eccedere con quest’ultimo che altrimenti può trasformarsi in una vera “calamita” per polvere, sabbia e sporco.
Stesso procedimento riguarda invece i verricelli e i winch la cui frequente manutenzione si rende ancora più indispensabile per prevenire i fenomeni di corrosione dovuti al fatto che all’interno di questi dispositivi convivono materiali che reagiscono in maniera diversa a contatto in un ambiente salmastro. Bisogna periodicamente smontare i winch, metterli in una bacinella piena di nafta e pulire i singoli pezzi con un pennello, quindi asciugarli con uno straccio che non rilascia peli e rimontarli, lubrificando il tutto con un sottile velo di grasso marino sparso sempre con un pennello e non con le dita.
Cavi e scotte, attrezzature e mezzi di comunicazione
Stessa cura e attenzioni vanno riservate a drizze e scotte: in un paio di giornate di sole si possono sfilare questi cavi dalle loro posizioni operative o dall’albero in modo da migliorarne la maneggiabilità ed efficienza. La regola di drizze e scotte è semplice: meglio scorrono e più alleviano le fatiche dell’equipaggio. Basta lavarle con acqua dolce e poco sapone lasciandole qualche ora in ammollo, poi sciacquarle e farle asciugare prima di armarle di nuovo.
Preparazione la barca per la prima crociera dei stagione significa anche eseguire una serie di controlli tecnici. Il consiglio è di redigere una checklist suddivisa in varie sezioni. Ci sono infatti i controlli prioritari che vanno assolutamente effettuati prima di mollare gli ormeggi e altri che si possono rimandare nel corso della navigazione, altri ancora che saranno oggetto di attenzione nel corso dei vari scali. Tra i controlli più importanti hanno certamente la precedenza quelli al motore, all’alberatura, alla timoneria, alla bussola, al pilota elettrico, al Gps, alla radio Vhf, allo stato di carica delle batterie e al funzionamento della cucina a gas.
Dotazioni di sicurezza efficienti e omologate
Non può mancare infine una scrupolosa attenzione alla sicurezza della navigazione, a maggior ragione se si torna a bordo dopo un periodo di inattività, quindi un controllo sulle dotazioni di sicurezza è indispensabile. Sarà opportuno quindi iniziare a verificare il numero dei giubbotti di salvataggio e le loro condizioni. Se sono autogonfiabili, meglio controllare anche che la bomboletta di propellente sia integra. Le cinture di sicurezza devono essere in numero sufficiente e fornite degli appositi cavi di attacco con i moschettoni. La zattera di salvataggio sarà in ordine con la data di scadenza valida. Toglierla dalla coperta e stivarla in cabina non è mai consigliabile: quando serve le condizioni meteomarine sono sempre difficili e trasportare all’esterno un peso di quasi 50 kg può rivelarsi un’impresa ardua.
Non bisogna dimenticare gli estintori: l’indicatore della pressione deve essere sul verde, ma se sono a bordo da anni meglio farli visionare comunque: la polvere estinguente infatti potrebbe essere deteriorata. Ricordarsi sempre che un incendio a bordo è una delle peggiori sciagure che può capitare, per fortuna abbastanza rara. Razzi e boe fumogene devono avere sempre la data di scadenza valida ed essere stivate in un luogo accessibile e conosciuto da tutti. Da controllare infine anche la barra del timone di emergenza relegata in fondo a un gavone. Meglio ripassare dove e come installarlo.
Via via che si spuntano le voci della nostra checklist e si avvicina il momento di mollare gli ormeggi la navigazione sarà una vacanza per tutti anche se lo skipper, dopo un periodo di inattività sentirà un po’ il peso della responsabilità.
La pianificazione della crociera: rotta, tempi e scali
Completati i controlli di rito a scafo, interni, coperta, attrezzature, impianti e dotazioni di sicurezza, è tempo di partire. Anche qui tuttavia occorre prepararsi con un certo anticipo prima di mollare gli ormeggi. Si comincia con la scelta del bacino di navigazione. Si può veleggiare lungo costa o esplorare un arcipelago di isole ormeggiando nei vari marina o sostando in rada all’ancora o ancora si può optare per una traversata di vari giorni macinando miglia anche con navigazioni notturne. Non guasterebbe anche in quest’ultimo caso restare sotto costa per i primi due giorni, fare uno scalo in porto, collaudare barca ed equipaggio e poi fare il salto. Tempi e modalità di navigazione devono essere decisi secondo un programma di massima di comune accordo e rispettando le esigenze di tutti, ferie, interessi, allenamento e capacità tecniche. Se non si è proprietari di una barca la scelta di dove navigare può dipendere anche dalla base nautica dove si noleggia l’imbarcazione. Quello che non deve mancare è lo studio della zona in cui navigare: carte nautiche, portolani e piani dei porti devono essere scandagliati per scegliere il porto di partenza, tracciare una o più rotte alternative, ridossi, individuare scali interessanti, punti cospicui di riferimento, rade e approdi.
In particolare occorre accertarsi leggendo gli avvisi ai naviganti dell’Istituto idrografico e le ordinanze marittime delle capitanerie di eventuali zone interdette o pericolose alla navigazione e prendere nota di eventuali ancoraggi e ridossi in cui si può fare affidamento lungo la rotta in caso di maltempo.
Studio del meteo e numeri di emergenza
Se si naviga in zona è già battute, potrebbe essere utile rileggere il diario di bordo tenuto nelle precedenti crociere. Le sue pagine infatti sono ricche di annotazioni, dettagli di navigazione, riflessioni e spunti validi per nuovi itinerari e soprattutto per evitare errori. Se il periodo interessato dalla crociera coincide con l’alta stagione occorre contattare in anticipo porti e marina in cui si intende sostare, informarsi sulla disponibilità di posti di ormeggio e, quando possibile, prenotare.
Stabilito l’itinerario, le tappe e le distanze da percorrere, alcuni giorni prima di partire si deve tenere d’occhio l’evoluzione del meteo attraverso i bollettini emessi dalla via Costiera o il servizio Meteomar, i giornali e i siti internet specializzati. Particolare attenzione va rivolta ai venti previsti con le rispettive direzioni e intensità, ma anche alle correnti, alle maree e alla pressione barometrica. La sicurezza della navigazione deve essere sempre salvaguardata e se qualche cosa va storto bisogna sapere chi chiamare. C’è la radio Vhf e il canale 16 certo, ma se non si è distanti dalla costa si può ricorrere anche al cellulare. Tra i recapiti utili da segnare c’è il numero blu, il famoso 15-30 della capitaneria di porto per il soccorso in mare, ma anche quello del Centro Internazionale Radio Medico (telefono 3483984229) che fornisce utili consigli di pronto intervento medico. Da appuntare anche i telefoni di porti e strutture vicini alla zona in cui si naviga.
Importante è anche comunicare a qualcuno a terra il proprio programma di viaggio: meglio che sia una persona che conosce il mare e sia in grado di interpretare le condizioni meteorologiche per richiedere eventualmente i soccorsi, che sia informata sulla barca (modello, nome e numero di immatricolazione) e che sappia a chi rivolgersi in caso di emergenza.
Bagaglio dell’equipaggio e cambusa
Altri punti fondamentali della pianificazione della crociera sono il bagaglio di ciascun membro dell’equipaggio, l’approvvigionamento di cibi e bevande e lo stivaggio di tutto il materiale in barca. Quanto al bagaglio personale, la regola di bordo impone un equipaggiamento essenziale, tecnico e poco ingombrante. La cosa più semplice è di prevedere due tenute: una più pesante e un’altra più leggera, in caso da sovrapporre. Essenziali sono una cerata completa impermeabile e traspirante e un paio di scarpe autodrenanti e antisdrucciolo. Da non dimenticare i documenti personali come carta d’identità o passaporto, il tutto stivato nel classico sacco da marinaio in tela spessa e morbida.
Anche il problema della cambusa va affrontato con attenzione. Una volta stabilite le esigenze e i gusti di ognuno, va stilata una lista delle vivande per la crociera tenendo conto che in barca si mangia poco e spesso: meglio prevedere 5-6 piccoli pasti al giorno più stuzzichini e spuntini vari. Utile è comprare prodotti di conserva di base più altri cibi freschi da rinnovare negli eventuali scali. Nello stivare sia l’abbigliamento che le vivande bisogna considerare la presenza di umidità in alcuni gavoni e la distribuzione dei pesi: questi ultimi vanno il più possibile a centro barca tenendo anche conto del rollio e dello sbandamento dello scafo.
Gestione dell’equipaggio: i turni di guardia
Un’ultima considerazione sulla crociera riguarda l’equipaggio. Fondamentale è poter disporre sempre di un gruppo di persone vigili sulle quali contare a ogni ora del giorno e della notte. Capita a volte soprattutto tra amici che una navigazione notturna si trasformi in un party senza fine che al mattino lascia tutti stremati. Poco male se poi si arriva in un porto in placide condizioni di vento, ma se alle prime luci dell’alba arriva un groppo o il mare s’ingrossa allora con l’equipaggio esausto possono essere guai. Se la navigazione si sviluppa per più di 24 ore quindi è necessario prevedere turni di guardia già delle ore pomeridiane secondo il numero delle persone disponibili: si deciderà come frazionare i vari turni, ogni due, tre o quattro ore e in quanti (una o due persone) eseguirli. Lo skipper rimane escluso da queste incombenze perché dovrà essere sempre disponibile se necessario.
In genere si richiede la sua presenza quando il vento rinforza o se c’è da operare un cambio di vede oppure ancora se si modifica la rotta, in caso di incontri ravvicinati con altri scafi e in ogni altra situazione anomala o di potenziale pericolo. A questo proposito sarebbe meglio che lo skipper preparasse una sorta di memorandum scritto da tenere in pozzetto su quando allertarlo.