Anche se le probabilità di essere colpiti da un fulmine mentre si è a bordo sono molto rare, questo fenomeno atmosferico in realtà mette molta paura ai naviganti. Quali misure di protezione salvavita è possibile installare a bordo e quali precauzioni adottare in caso di pericolo.
Ci sono poche cose che spaventano i marinai: le burrasche, le onde anomale, gli scogli. Ma un terrore tutto particolare per chi naviga è rappresentato dai fulmini. E a ragione. Un fulmine dura una frazione di secondo, ma sviluppa una corrente che può superare i 200.000 ampère e temperature dell’ordine delle migliaia di gradi. Se colpisce una barca un fulmine può creare seri danni, tra cui la morte dell’equipaggio, un incendio, inoltre può provocare una potente perturbazione elettromagnetica e la causa di guasti agli apparati elettrici e agli strumenti di bordo.
Come si formano questi fenomeni meteorologici? Quali sono i segnali premonitori che uno skipper deve conoscere? Come proteggere la barca dai fulmini e cosa fare in situazioni di pericolo?
Occhio ai cumulonembi, fucina di fulmini
I fulmini si formano a causa di accumulazione di cariche elettriche nelle nuvole temporalesche, in genere nei cumulonembi, generate a circa 10 km dal suolo dalle violenti correnti d’aria ascendenti e discendenti. Questi strati di nubi fortemente ionizzati inducono cariche di segno opposto a terra con differenze di tensione di milioni di Volt, per cui, una volta raggiunto un potenziale sufficiente, la corrente riesce a passare attraverso lo strato d’aria isolante che le separa.
Nonostante l’espressione sia entrata nel gergo comune in realtà i fulmini non cadono. Il meccanismo della scarica è diverso. Nella nuvola si forma uno strato ionizzato che tende verso il basso. Nel frattempo le cariche indotte a terra si accumulano in corrispondenza della carica in alto. Dagli oggetti a terra, e soprattutto dalle loro punte, partono dei canali ionizzati che salgono verso l’alto e quando i due canali, uno discendente e uno ascendente, sono abbastanza vicini, parte la scarica.
Il primo a studiare i fulmini è stato a metà del 1700 lo scienziato statunitense Benjamin Franklin che inventò anche un sistema di protezione specifica, il parafulmine. Franklin comprese che se un fulmine colpisce una casa di legno, l’immenso calore generato la incenerisce, ma se la stessa casa ha una punta metallica collegata al terreno con un cavo di metallo di collegamento, il parafulmine appunto, la corrente passa attraverso questo sistema punta-cavo-terra e qui si disperde facendo pochi o addirittura nessun danno. Il luogo e il momento della formazione del fulmine sono imprevedibili, ma una cosa è certa, i fulmini preferiscono colpire le punte. Le punte che provocano la scarica non devono per forza essere di metallo: pensate a quanti sono morti perché pensavano di proteggersi dai fulmini cercando riparo sotto un albero e sono rimasti folgorati.
I fulmini preferiscono le “punte”
Quindi quando siete in navigazione o in porto in presenza di fulmini questi colpiranno quasi sicuramente l’albero della vostra barca, non lo scafo o la coperta, indipendentemente dal fatto che l’albero sia o no dotato di parafulmine. Anche il materiale con il quale è realizzato l’albero, sia questo di legno o di alluminio o di fibra di carbonio, non fa differenza come attrattore di fulmini. I fulmini vanno dalla zona di carica negativa a quella di carica positiva e continuano a riformarsi fino a quando le cariche non si sono abbastanza equalizzate incenerendo qualunque cosa si trovi nel loro percorso. Ci sono delle avvisaglie o dei segnali che danno l’allarme dell’arrivo di fulmini? Segni premonitori del fulmine oltre alla presenza di cumulonembi, quindi grandi nuvole temporalesche scure a sviluppo verticale, sono alcuni bagliori luminescenti, detti “Fuochi di S. Elmo”, ma anche le vibrazioni delle parti metalliche. Se quando siete a bordo vi capitasse di vederli o sentirli, rifugiatevi immediatamente sottocoperta.
Cosa succede se un fulmine colpisce la barca? La corrente proseguirà verso il mare e distruggerà tutto quello che troverà sul suo percorso, quasi certamente perforando lo scafo. Come proteggere allora le barche dai fulmini? La soluzione è collegare l’albero con il mare tramite un sistema elettrico che faccia trovare al fulmine un percorso facile e diritto, senza provocare gravi danni.
Barca sicura? Serve il parafulmine
Tale sistema di protezione contro si compone di tre elementi: una punta in posizione elevata, un elemento dispersore collegato con la “terra” e un buon collegamento elettrico tra i due. La punta del parafulmine deve essere più alta di almeno 15 centimetri di ogni altro elemento in cima all’albero, inclusa l’antenna del Vhf. Può essere in acciaio inox, ma sarebbe preferibile il rame. Il cavo di collegamento deve essere di almeno di 35 millimetri quadrati con giunzioni crimpate e imbullonate. Il contatto con il mare deve assicurare un buon collegamento immerso permanente, avere una superficie abbastanza ampia ed essere ben collegato al cavo di discesa, altrimenti il fulmine si scaricherà attraverso lo scafo perforandolo.
La chiglia delle barche con scafo in vetroresina è in genere in ghisa o piombo e anche se verniciata è un’ottima “terra”. Vanno collegati almeno due bulloni della chiglia per aumentare l’area di contatto. Nei multiscafi e in altri tipi di scafi che non hanno chiglia metallica, deve venire installata un’apposita piastra metallica di circa 100×30 centimetri, mentre nelle barche in metallo lo scafo è già collegato elettricamente al mare e fa da “terra” contro i fulmini quindi basterà assicurarsi che l’albero sia collegato elettricamente a quest’ultimo. Se la barca non ha parafulmini, in caso di emergenza si deve collegare l’albero in alluminio a un grosso cavo di rame e a una piastra di metallo immersa e non si devono usare catene e ancore, in quanto non sono efficaci.

Quali precauzioni adottare nel caso ci si trovi in una situazione di possibile pericolo di fulmini? Prima di tutto staccare l’antenna del Vhf, quindi bisogna rimanere sottocoperta per tutta la durata della tempesta, allontanarsi da qualsiasi componente collegato con il sistema parafulmini, non utilizzare apparecchiature elettriche e radio e non rimanere in acqua né toccare il mare.
Nonostante queste accortezze, nel caso la barca venga colpita la probabilità di ritrovarsi con le apparecchiature elettroniche di bordo distrutte è molto alta, ma almeno ci si salva la vita.