Per la moglie era scomparso in mare, invece era con l’amante

La Guardia Costiera è stata impegnata per ore nelle acque di La Spezia per l’allarme ricevuto da una moglie che non sentiva più il marito. L’insofferenza degli operatori della Capitaneria per chi prende il mare con leggerezza.

Marito scomparso in mare, ma è un falso allarme. Potrebbe essere liquidata come una storia di corna, miserabile o grottesca secondo i gusti, se non fosse per il procurato allarme. Fatto sta che lo scorso 29 giugno arriva una richiesta di soccorso alla sede operativa della Guardia Costiera di La Spezia. A farla è una donna che non riesce più a rintracciare il marito dopo che aveva noleggiato una barca a vela per una breve uscita di un week end lungo costa. La stessa è preoccupata perché l’uomo non risponde al telefono da un giorno e teme gli sia successo qualcosa.

Gli uomini della Capitaneria, come sempre, si attivano subito e chiedono di fornirgli quanti più dettagli possibili sulla situazione. La donna però sa poco. Racconta che il marito era andato a La Spezia dall’Emilia e aveva noleggiato un’imbarcazione a vela. L’unico dettaglio che ricorda è il nome della barca. Per fortuna è un elemento importante. La squadra di soccorsi al comando di Alessandro Ducci cominciano freneticamente un’attività di ricerca in mare e a terra. Rilanciano il nome di quella barca via radio Vhf sperando che qualcuno risponda all’appello.

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Scomparso mare

Uno spreco di tempo e risorse preziose

Marito scomparso in mare, ma è un falso allarme. Nel frattempo fanno il giro di porti e marina turistici per accertare quale fosse quello di armamento e telefonano a tutti i noleggiatori di unità da diporto della città e dei comuni costieri. Quest’ultima è la mossa giusta e viene individuata la società di charter che aveva fornito al richiedente la barca data per scomparsa. L’operatore conferma il nome della barca e spiega che si tratta di un cabinato con lo scafo di colore bianco e lungo poco più di 10 metri. Specifica però al momento di non avere ricevuto nessuna richiesta di assistenza dal cliente. Con questi dati gli operatori della centrale operativa orientano le vedette in mare nell’attività di ricerca in mare. Due ore dopo riescono finalmente a localizzare la barca in navigazione a vela al largo dell’isola del Tino.

Con sorpresa tuttavia gli uomini della Guardia Costiera scoprono che a bordo non c’è nessuna emergenza. L’uomo si trova in compagnia di una donna, istruttrice di vela. A questo punto non fanno altro che sollecitarlo a mettersi al più presto in contatto con la moglie , quanto meno per sollevarla dall’angoscia. Tutto bene insomma, se non fosse per il dispiegamento di uomini e mezzi, il tempo perso e sottratto ad altri naviganti realmente in difficoltà

Scomparso mare

Serve una cultura reale della sicurezza in mare

Marito scomparso in mare, ma è un falso allarme. La vicenda testimonia ancora una volta la leggerezza di chi prende il largo senza aver ben chiaro i rischi a cui può andare incontro. Le stagioni estive del resto sono da sempre ricche di soccorsi dovuti esclusivamente alla mancanza di buon senso. Quella che non fa approfondire le previsioni del meteo da parte di chi si mette in mare, magari con la famiglia e i figli piccoli. Quella che non esige una minima manutenzione delle barche e i loro impianti principali. La stessa che fa saltare a piè pari qualunque applicazione delle elementari regole di sicurezza quando si è al largo.

Ecco, delle amanti non frega a nessuno. Ma del rispetto degli uomini e del loro prezioso lavoro di ricerca e soccorso invece sì. E molto pure.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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