Olimpiadi di Parigi 2024: fuori l’RS:X, in gara ci sarà l’iFoil

In una recente riunione tenutasi a Bermuda il World Sailing Council ha decretato che alle prossime Olimpiadi di Parigi in programma nel 2024 il nuovo iFoil di Starboard sostituirà l’RS:X di Neil Pride che va in pensione dopo 11 anni. Premiate le prestazioni, le doti tecniche e lo spettacolo in acqua della nuova attrezzatura.

La notizia era nell’aria, ma ora ha preso consistenza fino a diventare realtà. Alle prossime Olimpiadi di Parigi nel 2024 vedremo gareggiare in acqua l’iFoil al posto della classe RS:X. Nelle giorni scorsi il World Sailing Council si è riunito a Bermuda per decidere quale sarà l’equipaggiamento windsurf che verrà utilizzato ai prossimi Giochi Olimpici attesi in Francia e dopo un’accesa discussione ha decretato la sconfitta della tavola RS:X di NeilPryde dopo 11 anni di utilizzo.

Il consiglio ha approvato la selezione dell’iFoil con 31 membri a favore, otto contrari e due astenuti. Finisce un’era per la storica classe RS:X e ne comincia una completamente nuova per l’iFoil.

I sostenitori dell’RS:X sconfitti in partenza

L’importante decisione votata dal consiglio di World Sailing andrà ora all’assemblea generale annuale di World Sailing che dovrà ratificarla. La scelta è arrivata nonostante le ragioni portate dalla classe RS:X, tra cui gli stretti tempi per l’introduzione e adattamento degli atleti a questa nuova attrezzatura. La richiesta, quindi, di garantire maggiore stabilità alla classe, per favorire la crescita degli atleti junior, non è stata ascoltata. A nulla è servita la lettera aperta dei giovani atleti, pubblicata sul sito web della classe. Nel contenuto della lettera si rimarcavano i punti forti di questa attrezzatura, cioè il fatto che fosse stata disegnata specificatamente per soddisfare i criteri della competizione, la sua robustezza e affidabilità.

L’iFoil ha le appendici alari che piacciono a tutti

Nonostante l’apprezzamento del nuovo iFoil non mancavano i detrattori di questa attrezzatura. I costi innanzitutto molto elevati, l’impossibilità di navigare e gareggiare in acque poco profonde, il rischio per gli atleti di farsi male durante una caduta a causa dei bordi affilati del foil, e così via. A favore dell’iFoil hanno tuttavia pesato il maggiore spettacolo e l’impatto visivo di questa nuova classe grazie all’introduzione del foil appunto, un’avveniristica appendice idrodinamica che già è utilizzata con successo da altre classi veliche, come per esempio il Moth, ma anche il kitesurf, per non parlare degli scafi dell’America’s Cup.

Il consiglio olimpico non vuole perdere l’opportunità di cavalcare questa rivoluzione e l’interesse del pubblico verso il foil che garantirà maggiore visibilità e ritorno degli investimenti di questo splendido sport.

Starboard spazza via Neil Pride

Il foil è il futuro, permette di sfruttare i venti leggeri, è molto tecnico, più spettacolare, sicuramente più performante: parte in planata con appena 6 nodi di vento il che garantisce regate anche in condizioni normalmente non utilizzate. La iFoil che vedremo debuttare a Parigi 2024, è prodotta da Starboard, azienda creata in Thailandia molti anni fa dal norvegese Svein Rasmussen, ex campione del mondo di windsurf (1983) e atleta olimpico (1994). La nuova attrezzatura era stata testata a fine settembre sul Lago di Garda da 20 atleti, con venti fino a 25 nodi. Il risultato della valutazione è stato per la maggior parte dei windsurfer a favore della iFoil di Starboard, rispetto alle altre due opzioni che erano Windfoil e Formula Foil.

L’intento del iFoil è di riportare interesse ed entusiasmo nella classe olimpica rendendo la disciplina del Windsurf alle Olimpiadi più attraente e magari anche più appetibile per i canali TV, visto che in una gara di iFoil gli atleti volano sull’acqua su percorsi da 8-15 minuti. Sarà davvero così?

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.