Nel film Adrift la lotta per sopravvivere di Tami Ashcraft

A partire dal prossimo 29 agosto esce in Italia Adrift, un film ispirato alla storia vera di Tami Oldham Ashcraft che nel 1983 durante un trasferimento di uno yacht a vela da Tahiti alla California si è trovata ad affrontare insieme al ragazzo l’uragano “Raymond” con venti fino a 140 nodi. Una situazione disperata che causò la morte del compagno e da cui uscì grazie a una prova di forza di volontà fuori dal comune.

Cosa distingue i sopravvissuti dai morti in caso di naufragio? La fortuna naturalmente, ma anche la voglia di farcela, le motivazioni, il cuore. In situazioni estreme la capacità di adattarsi in breve tempo al cambiamento e riprendere il controllo della situazione è un fattore decisivo, così come la capacità di rimanere lucidi. Tami Oldham Ashcraft si è salvata grazie a questo e la sua storia di sopravvivenza è diventata una lezione di vita per lei e per molti altri.

Nel 1983, durante il trasferimento da Tahiti alla California Tami e il suo fidanzato Richard Sharp si sono ritrovati a bordo di una barca a vela di 13,50 metri, l’Hazana, nel mezzo dell’uragano Raymond, con venti che spazzavano l’oceano a 140 nodi. Tami e Richard all’epoca erano riusciti a trasformare in un lavoro la loro passione per il mare. Riparavano imbarcazioni e quando capitava si offrivano di consegnarle per conto degli armatori in varie destinazioni. Era successo così anche con quello yacht di lusso che avevano accettato di trasferire per circa 4.000 miglia in cambio di 10.000 euro e un paio di biglietti aerei per tornare a casa.

Adrift

Faccia a faccia con l’uragano: è la fine

Non sapevano che ad attenderli dopo tre settimane di navigazione ci sarebbe stato “Raymond”, uno degli uragani più distruttivi di sempre: un’onda tropicale partita dal Nicaragua che nel giro di quattro giorni avrebbe raggiunto il massimo della sua potenza distruttrice a 800 miglia da San Diego.

Durante la furiosa tempesta gli alberi dello yacht si spezzano, lo scafo si ribalta e Richard scompare in mare. Tami si rifugia sottocoperta, perde i sensi e riapre gli occhi dopo un giorno di incoscienza. Quando si risveglia ha una profonda ferita alla testa e perde sangue da più parti: sono ore difficili, è quasi decisa a lasciarsi andare. E invece no, a un certo punto decide di resistere, di stringere i denti, di continuare a vivere, anzi a sopravvivere. Trova un orologio e il sestante, mangia frutta in scatola e sardine, cerca di liberare la cabina dall’acqua e costruisce un armo di fortuna. Dopo 41 giorni e 1.500 miglia si avvicina alle coste dell’isola di Hilo, alle Hawaii, dove viene avvistata e soccorsa da una nave di passaggio.

Resta con me

Il mare? Amico o nemico, ma va rispettato

Oggi Tami Oldham Ashcraft vive a Friday Harbour, sull’isola di San Juan, nello Stato di Washington. È un’imprenditrice, è sposata, madre di due figlie e continua ad andare in barca a vela. “Sì, mi sono posta la domanda: perché non sono morta anch’io? – dice oggi Tami, 35 anni dopo quella esperienza – e mi sono data una risposta: destino. Non era il mio momento, semplicemente questo. Sono tornata in mare perché amo la vela – prosegue – e mi piace questo stile di vita. Quando navigo mi sento più connessa con la natura e la vita. Il mare? Può essere tuo amico o il tuo nemico. Ho rispetto per entrambi i suoi volti”.

Locandina Adrift

Adrift, il film ispirato alla lotta per la sopravvivenza di Tami

Tami Oldham Ashcraft ha raccontato la sua disperata lotta per la sopravvivenza in un libro, “Red Sky in Morning”, pubblicato in 15 paesi e tradotto in otto lingue. In Italia è uscito lo scorso 4 luglio con il titolo “Resta con me”, edito da HarperCollins. Dallo stesso libro è stato tratto il film Adrift in uscita nei cinema italiani il 29 agosto. A dirigere la pellicola è Baltasar Kormákur, già regista di “Everest”, che raccontava della sfida tra uomo e forze della natura.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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