Nel film “29.173 NM” i suoni terrificanti della vela oceanica

Un vero esperimento sensoriale la visione del film “29.173 NM” firmato dal musicista elettronico e regista Romain De La Haye-Sérafini, in arte Molécule. La pellicola racconta la partecipazione dello skipper Thomas Ruyant al Vendée Globe 2020-21.

Nel film “29.173 NM” i suoni terrificanti della vela oceanica. Si può raccontare il suono del mare? Descrivere le emozioni, le ansie, il piacere e l’angoscia di condurre in solitario una barca a vela lanciata a tutta velocità attraverso l’oceano? È possibile attraverso i rumori catturare l’essenza dell’avventura? Era questa l’ambizione nata da un incontro tra due persone speciali: il navigatore francese Thomas Ruyant e il musicista elettronico e regista Romain De La Haye-Sérafini, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Molécule. Una collaborazione che ha dato vita a uno dei film più straordinari, realistici e inquietanti della storia della vela dal titolo 29.173 NM.

Il documentario, presentato per la prima volta a Saint Malo (Francia), in occasione della partenza della Route du Rhum, racconta “da dentro” la partecipazione di Ruyant al Vendée Globe 2020-2021 attraverso una sorta di esperimento audiovisivo mai realizzato prima d’ora. In pratica a bordo dell’Imoca 60 LinkedOut del velista francese sono state installate 15 telecamere e ben 16 microfoni per catturare ogni minimo dettaglio di quello che succede allo skipper durante la navigazione di giorno e di notte su questo bolide di carbonio che sfreccia a 30 nodi sugli oceani. E il risultato è semplicemente sbalorditivo, impressionante. Una vera esperienza sensoriale.

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29.173 NM

Essere a bordo di un Imoca 60 è una tortura

Chi segue questo tipo di regate oceaniche sa bene quanto possono essere impegnative per gli skipper. Ma guardando 29.173 NM la dura realtà di quelle giornate a bordo viene restituita come mai prima d’ora, in un mix di immagini e soprattutto suoni eccezionali per la qualità. Vediamo Ruyant salire sul suo albero, manovrare le drizze rotte sul ponte di prua, essere sbattuto qua e là sottocoperta e cercare di dormire con la barca che si schianta e sbatte sulle onde, gli allarmi che echeggiano e le luci che lampeggiano. A volte sembra ripetere i movimenti come un automa, proiettato in un mondo lontanissimo. Più che un marinaio sembra un soldato in guerra con gli elementi, un astronauta perso nello spazio o il protagonista di un bizzarro esperimento che ha più a che fare con la tortura che con lo sport.

Per descrivere l’eccezionalità del Vendée Globe basti pensare che a oggi circa 3.000 esseri umani sono stati nello spazio. Ma solamente 300 persone hanno compiuto questa circumnavigazione in solitario, senza soste né assistenza. Ecco Thomas Ruyant fa parte di questa piccola élite e 29.173 NM riesce a catturare tutta la fatica, l’intensità e la bellezza aspra di quello che prova uno skipper solitario come lui.

29.173 NM
Photo Credits: Pierre Bouras.

Molécule, il regista ossessionato dal suono del mare

Il regista e DJ Romain De La Haye-Sérafini prima di “29.173 NM” aveva già realizzato tre filmi sonori che parlano tutti di mare e di estremo. “Nazaré” uscito nel 2020 raccontava l’onda più grande del mondo, quella che si scaglia contro l’omonima cittadina portoghese e osannata dai surfisti. La pellicola precendente “– 22,7°” (2018) s’incentrava invece sul silenzio della Groenlandia. Mentre per il suo primo film “60° 43’ Nord” (2015) Romain aveva scelto di vivere un mese a bordo di un peschereccio nell’Atlantico Nord per carpire il silenzio dei ghiacciai e l’urlo della tempesta.

“Ho sempre voluto ascoltare quel che si staglia dietro la linea dell’orizzonte – racconta Romain – mi affascina la potenza degli elementi quando la natura prevale su tutto il resto, come pure il legame tra l’uomo e la natura, quando si uniscono e si combattono l’un l’altro”.

29.173 NM
Photo Credits: Pierre Bouras.

La barca di Ruyant come uno strumento musicale

E proprio sulla ricerca del suono è partito per raccontare l’avventura di Thomas Ruyant al Vendée Globe. Il loro primo incontro è avvenuto in Italia presso il cantiere Persico Marine che ha realizzato LinkedOut. “La prima volta che Romain è salito a bordo, è piovuto e siamo entrati sottocoperta – racconta lo skipper – Romain ha sentito che lo scafo era in grado di creare musica e ha detto: ‘La tua barca è uno strumento musicale. È una grancassa di carbonio!’”. A Thomas è piaciuta l’idea che la sua barca potesse emettere musica. Così Romain ha proposto a Thomas di installare un vero e proprio armamentario di videocamere e microfoni per il Vendée Globe, chiamato amichevolmente “Oswald” e ispirato alle visioni del grande regista Stanley Kubrick.

Lo stesso Thomas Ruyant ha la passione della musica elettronica. Per lui accedere al mondo della creazione artistica attraverso 29.173 NM era un obiettivo affascinante. E poi reputava che finora nessuno è mai riuscito a trasmettere le emozioni di uno skipper durante una competizione. “L’adrenalina, la stanchezza, l’euforia o il toccare il fondo, lo spettro delle nostre emozioni è enorme spiega lo skipper – in mare, le nostre emozioni occupano tutto lo spazio perché siamo lontani da tutto. Ma possono essere pericolose perché non ci danno stabilità.”

È questo il motivo per cui il modo di lavorare di Romain l’ha conquistato: fare delle sue sensazioni e dei suoi stati d’animo un che di musicale, ascoltare la sua imbarcazione e sé stesso, mentre attraversano l’inferno dell’oceano.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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