Il campione di surf statunitense Mikala Jones stava affrontando un’onda in Indonesia durante delle riprese, quando è stato vittima di un disastroso “wipe out”. Subito soccorso, gli è stato applicato il laccio emostatico, ma non ce l’ha fatta.
La scomparsa di Mikala Jones scuote il mondo del surf. L’hawaiano, surfista professionista, è morto a 44 anni. Per lui è stato fatale un incidente durante una session in Indonesia, a largo delle isole Mentawai, dove viveva per dedicarsi ai documentari dopo aver scelto di dire addio alle competizioni. È morto dissanguato per un taglio nella zona dell’inguine, all’arteria femorale, probabilmente causato dalla pinna della sua tavola da surf.
Appena dopo l’incidente Mikala Jones è stato subito soccorso, ma non c’è stato nulla da fare. La tragedia si è consumata domenica 9 luglio quando il surfista hawaiano ha deciso di cavalcare l’ennesima onda per girare un video. In quel momento tuttavia qualcosa è andato storto: il 44enne ha preso un’onda gigantesca, armato di GoPro com’era abituato a fare perché da anni aveva l’abitudine di riprendersi con le cam portatili e poi riprodurre gli straordinari video e fermo immagini sui suoi account social. Quindi ha perso l’equilibrio ed è stato travolto dall’acqua. Stando alle testimonianze di amici, tra cui alcuni colleghi surfisti e un nipote, il rider è stato visto andare improvvisamente sott’acqua per poi riemergere che già perdeva moltissimo sangue.
Leggi anche: Come i piloti di jet ski salvano i surfisti nelle onde giganti
Soccorso tempestivo, ma la ferita era troppo grave
I presenti hanno provato a tamponare la ferita e l’hanno trascinato su una barca per portarlo a riva: dopo una ventina di minuti lo statunitense è salito sull’ambulanza, a Tuapejat, ma era già privo di sensi. Poi la notizia della morte di una delle leggende del surf. “Quando è riemerso dalla schiuma diversi secondi dopo, si è accorto di essersi tagliato all’inguine, così ha lasciato andare la telecamera e il resto e ha provato a remare con le mani disteso sulla tavola”, ha raccontato il collega uruguaiano Santiago Pereira.
E ancora: “Siamo andati subito a cercarlo insieme a suo nipote che gli ha dato la sua tavola e, quando si è issato, è svenuto. Perdeva molto sangue. Lo abbiamo messo nella barca, abbiamo applicato un laccio emostatico, intanto gli abbiamo tenuto le mani dicendogli di non addormentarsi e di restare con noi”.
L’omaggio di tanti amici e appassionati
Come tantissimi altri surfisti Jones aveva trovato nell’Indonesia, vero ”tempio del surf”, una seconda casa ed era diventato un riferimento per gli appassionati di tutto il mondo. In tanti hanno voluto condividere un ricordo di Mikala, anche dall’Italia. Toccante il messaggio postato da Roberto D’Amico, grande amico di Jones. “La vita è preziosa, imprevedibile, ogni giorno va vissuto come fosse l’ultimo. Ti voglio bene Mikala, grazie per aver arricchito la mia vita e quella di tutte le persone che ti hanno incontrato”.
Così, invece, la figlia, Isabella Lokelani Jones: “Sono felice che stesse facendo ciò che amava di più. La vita non sarà più la stessa senza di te. Mi manchi così tanto, farei qualsiasi cosa per averne un momento in più con te, anche litigando, per poi ridere ad alta voce. Grazie per avermi insegnato così tante lezioni di vita e per esserci sempre stato per me”. Jones non è la prima vittima del mondo del surf, quest’anno: a gennaio era toccato al brasiliano Marcio Freire, travolto da una delle onde giganti di Nazaré, in Portogallo.