Marie Tabarly, figlia del grande navigatore francese Eric, si schiera al via della prossima Ocean Globe Race a settembre. A distanza di 50 anni dall’exploit del papà sarà al timone del leggendario Pen Duick VI.
Sarebbe contento il suo leggendario papà, Eric Tabarly, icona della navigazione a vela che ha ispirato intere generazioni. Marie Tabarly, 39 anni, ha deciso di schierarsi alla partenza della Ocean Globe Race, giro del mondo in equipaggio in stile “Vintage”, ossia nelle stesse condizioni del 1973, sullo stesso percorso, con praticamente gli stessi concorrenti e senza l’aiuto di satelliti e Gps. A distanza di 50 anni dalla partecipazione del padre, la figlia prende quindi il testimone di questa avventura ancora più avvincente perché userà la stessa barca, il mitico Pen Duick VI.
La Ocean Globe Race partirà il prossimo mese di settembre e la circumnavigazione di 27.000 miglia attorno al pianeta sarà divisa in 4 tappe: dalla Francia a Città del Capo (Sudafrica), Auckland (Nuova Zelanda) e Punta del Este (Uruguay), attraverso i mari del Sud e i tre capi Horn, Buona Speranza e Leewin. Marie Tabarly ha iniziato a reclutare il suo equipaggio, composto per il 70 per cento da dilettanti con un’età media di 27 anni. “Ho ricevuto 170 candidature complete in due mesi”, racconta la velista. Abbiamo dovuto valutare, selezionare e purtroppo eliminarne la maggior parte.
Sul Pen Duick VI tante donne
L’obiettivo era di mettere insieme un vero equipaggio, uomini e donne capaci di vivere insieme per 8 mesi intorno al mondo su un “mostro” di 24 metri, umido e non sempre confortevole: “Sul Pen Duick VI non hai nulla di scritto, devi trovare un modo di navigare, devi tornare indietro nella storia per capire e far progredire questa barca”, spiega la navigatrice. Nel corso delle quattro tappe, ci saranno cambiamenti nell’equipaggio di dodici persone: “Siamo 20 in totale, di cui il 40 per cento donne, e solo 3 velisti completeranno l’intera gara”, racconta la Tabarly,
Mio padre sta lì, ma non mi guardo indietro
E così 50 anni dopo Éric Tabarly, la sua unica figlia si ritrova al timone del Pen Duick VI in una regata intorno al mondo. È difficile non evocare il ricordo del padre: “La figlia di… Sì, e allora? Non è un problema per me, non vivo negli occhi degli altri”, dice Marie. Lei segue la sua scia, senza guardarsi indietro. Fa le sue scelte senza preoccuparsi di quello che dirà la gente. “È la mia barca, le regole sono le mie, sono io la custode”, dice la donna che non ha avuto problemi a lasciare il segno in questo ambiente dominato dagli uomini. “Gestire Pen Duick VI con 50 nodi di vento e 4 metri di onde, o lo sai fare o non lo sai fare”. Lei ci si diverte: “Questa barca è indistruttibile!”, dice con orgoglio.
Marie Tabarly è il capo a bordo, nessuno lo mette in dubbio. Anche a terra. Ha deciso che Pen Duick non porterà il nome di un marchio: “Si può marchiare una barca di Formula 1, ma non Pen Duick. Tutto qui”.
Il budget totale per partecipare alla Ocean Globe Race non è comunque elevato: 1,4 milioni di euro per tre anni. Si tratta di una cifra ben lontana da un progetto Imoca per il Vendée Globe, una regata alla quale la velista non chiude completamente la porta: “Sì, forse un giorno.”. Chissà… Intanto buon vento e buon giro del mondo!