Le 9 Ancore di nuova generazione

Pochi sono gli accessori di bordo tanto fondamentali per la sicurezza della navigazione, quanto ambigui e misteriosi. L’ancora è uno di questi, strumento antico che nel corso degli anni ha alimentato falsi miti e giudizi di validità fondati su test poco attendibili. Oltre ai classici modelli ultimamente sono state brevettate ancore di nuova concezione, facili da usare e con una forte capacità di presa. Vediamo quali sono allora le 9 ancore di nuova generazione.

L’ancora è uno di quegli accessori di bordo tanto importante, quanto misterioso per certi versi e su cui nel corso del tempo si sono alimentati tanti dibattiti e false credenze. Certo, ci sono anche alcune certezze su questo strumento che ha accompagnato la storia della navigazione. Il problema è che è proprio il contesto dinamico ed estremamente variabile in cui lavora l’ancora, quindi l’ancoraggio, il fondale, i venti, le correnti, il peso della barca, il calumo, a rendere questo accessorio soggetto a carichi e condizioni di lavoro che cambiano in continuazione e rendono incerta in alcuni scenari la sua sicurezza.

Un esempio di questa ineffabilità dell’ancora viene proprio dal mercato nautico. Le aziende produttrici di ancore identificano e catalogano i loro prodotti in base al peso. In realtà è la superficie della marra ad essere importante, ma è pur vero che una superficie maggiore comporta un peso maggiore. In linea di massima questa classificazione ha dunque un senso, ma solo tra ancore dello stesso disegno e non tra quelle di forma diversa.

Ancoraggio

Test sulle ancore: servono criteri standard

Una certa cautela sui giudizi dei vari prodotti andrebbe conservata anche nel valutare i test specifici sulle ancore. Non esiste infatti una procedura uniforme e standardizzata per eseguirli in quanto ogni gruppo di sperimentatori utilizza criteri diversi e quindi questi test sono del tutto incomparabili. Restano invece confrontabili i risultati degli sforzi sopportati da ancora diverse nell’ambito della stessa prova.

Piuttosto ambiguo ancora oggi rimane lo stesso concetto di massima resistenza sbandierato dalle suddette prove tecniche. Ne esistono infatti almeno due: la resistenza offerta dall’ancora prima di cominciare ad arare e quella dopo che ha iniziato ad arare. Una buona ancora dovrebbe offrire una resistenza maggiore quando ara altrimenti speda subito, ma a noi diportisti interessa anche la resistenza dell’ancora quando sta ferma per non ritrovarci con la barca che all’ormeggio si sposta accidentalmente.

Ancora

Falsi miti e credenze sull’ancora

Per contro alcuni falsi miti che ancora persistono tra i diportisti sono stati finalmente sfatati. Il primo è che il peso dell’ancora sia un fattore importante per la sua tenuta. In realtà quello che conta è soprattutto la forma dell’ancora, un concetto ormai ampiamente dimostrato dai modelli di alluminio che pur pesando quasi un terzo di quelli tradizionali hanno la stessa resistenza di quelli in acciaio con stessa forma.

Il secondo falso mito è che il peso della catena contribuisce alla buona tenuta tenendo basso l’angolo d’attacco. A questo proposito è ormai un fatto certo che il peso della catena è ininfluente per la tenuta dell’ancora. Infatti quando la barca riceve una forte spinta dal vento mette in tensione la linea di ancoraggio, sia essa catena, cima o mista, portandolo in una linea praticamente retta. In questa condizione il peso della catena non incide sulla tenuta dell’ancora, conta solo l’angolo di attacco tra la cima e il fondale che a sua volta dipende unicamente dal calumo. L’angolo di attacco ottimale è evidentemente uguale a zero, ovvero con la catena parallela al fondale, ma si ritiene accettabile un angolo non superiore agli 8 gradi, il che significa un calumo di 7 gradi se la linea è tutta catena o di 5,7 gradi se la linea è di nylon.

Nuove ancore

Nuovi brevetti a confronto

Quello che è certo è che nel corso degli anni l’ancora si è perfezionata e oggi è un meraviglioso frutto di ingegneria frutto di calcoli e test sofisticati. Sul mercato ci sono tanti modelli di ancore, ognuno con i suoi pregi e difetti I più popolari hanno disegni e forme ormai classici: la Cqr, la Danforth, la Bruce, la Delta, solo per citarne alcune. Recentemente tuttavia sono state brevettate modelli di ancore di nuova concezione, facili da usare e con una forte capacità di presa. Vediamo quali sono le 10 ancore di nuova generazione.

Bugel

01. Bügel

L’ancora Bügel di design tedesco è apparsa per la prima volta nel 1986 distinguendosi subito per la sua forma diversa da quelle fino ad all’ora in commercio. La sua caratteristica più evidente è la presenza di uno rollbar semicircolare che le permette un posizionamento sicuro e sempre nel verso giusto. Bügelanker in tedesco significa infatti “manico” o anche “rollbar”. Non ha un vomere come la Delta, ma una barra piatta e larga per offrire maggiore resistenza al terreno. Ha delle buone prestazioni in ogni tipo di fondale. La Bügel non è mai stata adeguatamente commercializzata, complice il disegno di costruzione molto semplice ma l’introduzione del rollbar ha lasciato il segno ed è stato copiato in molti progetti successivi. La maggior parte di queste ancore ancora oggi sono in realtà costruite in maniera amatoriale. L’unica azienda nota che produce Bügels in acciaio inossidabile tedesco è la Wasi ed è piuttosto costosa, sui 700 euro per una di 9 chilogrammi.

Spade

02. Spade

La francese Spade è apparsa nel 1998. Progettata dal francese Alain Poiraud ha reintrodotto una caratteristica particolare della Bruce, cioè la marra concava. La Spade non è propriamente un’ancora rivoluzionaria per il suo design, ma offre prestazioni brillanti che poche altre riescono a superare. Per il posizionamento ad esempio la Spade non usa il rollbar, ma una distribuzione dei pesi spostati verso la punta (circa il 50 per cento). Per raggiungere questa percentuale, il peso viene rimosso dal gambo, che è fabbricato vuoto. La forcella è disponibile in alluminio, acciaio zincato o acciaio inox. Tutto questo si ripercuote su un costo alto al dettaglio e su problemi di deformazione del gambo, soprattutto per quello in alluminio. La stessa punta presenta una forma particolare per garantire una buona penetrazione. La Spade nei test guadagna sempre i primi posti della classifica assieme alla Rocna. La sua resistenza statica è dell’ordine delle 1,8 tonnellate, ragguardevole se confrontata con ancore di design precedente.

Rocna

03. Rocna

La Rocna è un disegno proveniente della Nuova Zelanda ed è comparsa sul mercato nel 2004. Riprende sia il rollbar della Bügel che la marra concava della Spade. Il diamante ha la punta molto più spessa della sua parte posteriore. Questi due fattori danno un’ enorme resistenza alla flessione. Eccellente è anche il rapporto tra superficie e peso, il disegno del gambo non permette il movimento verticale. È un progetto vincente che in tutte le prove ottiene sempre i primi posti: penetra rapidamente anche nelle alghe, offre una resistenza dell’ordine delle 1,8-2,2 tonnellate che permettono di resistere a venti di 70 nodi con una barca di 10 tonnellate. Se sollecitata da una direzione diversa, ruota senza perdere la presa. La Rocna ha rapidamente raggiunto il successo e si è fatta largo anche attraverso una serie di imitazioni, come per esempio la Manson che tuttavia offrono prestazioni significativamente inferiori all’originale.

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Knox

04. Knox

Di nuova generazione è anche la Knox, progettata da John Knox, attento studioso delle ancore. Non sono però ancora apparse prove indipendenti comparative con altre ancore per esprimere un giudizio attendibile. Somiglia alla Rocna ma ha il rollbar fissato al fusto e la marra è divisa in due. Se pare evidente che il fissaggio del rollbar al fusto dia maggiore solidità all’ancora, non si riesce immaginare il miglioramento che potrebbe offrire la marra divisa in due.

 Mantus

05. Mantus

Presentata nel 2012, la statunitense Mantus è molto simile alla Rocna ma è smontabile e potrebbe essere una buona soluzione come seconda ancora che non si sa mai dove stivare. Presenta una punta solida e acuminata che permette una buona penetrazione. Pure per quest’ancora non ci sono ancora prove comparative indipendenti anche se il produttore giura che le prestazioni di questo modello sono migliori sia della Spade che della Rocna.

Ancora

06. Bulwagga

La Bulwagga è originariamente statunitense. Destinata a lavorare molto bene sulle alghe, ha un’ottima tenuta anche su sabbia e fango. È dotata di tre marre, due delle quali penetrano nel fondale e un gambo dotato di perno basculante che si regola per assicurare il corretto angolo del calumo.In un certo senso è come una Danforth di nuova generazione, tuttavia molto più affidabile rispetto all’originale. Per contro, le marre sono piatte, senza alcun rinforzo e possono essere facilmente danneggiate. Data la sua forma e costruzione la Bulwagga è più difficile da stivare e qualche colpo di mare ben portato sulla prua la fa arare sul fondo.

 Raya

07. Raya

Raya è un’ancora più sofisticata e complessa rispetto alla Spade con un gambo curvo e la parte piatta più spessa e penetrante, come una lama sagomata concava, molto simile a quella della vanga. Funziona molto bene una volta che fa presa sul fondale marino, ma purtroppo non riesce ancora nel tentativo di evitare il capovolgimento parziale sul fianco quando la si fa affondare. Il suo punto di forza è un costo abbordabile, ma la completa mancanza di rinforzo nella sezione posteriore la rende non molto resistente ai colpi di mare.

Sarca

08. Sarca

La Sarca è un progetto australiano che dispone di un sottile rollbar, adatta ai fondali di roccia e sabbia. La sua classificazione come ancora di nuova generazione è discutibile a causa della sua lama convessa poco profonda (in realtà è un aspecie di aratro modificato). Utile il rollbar che la fa adagiare sul fondo in posizione, il suo angolo con il gambo però la rende poco penetrante. L’angolo retto tra l’altro indebolisce gravemente il gambo stesso che è fatto di solo acciaio dolce. Si comporta egregiamente comunque con imbarcazioni di piccola stazza per ancoraggi lungo costa.

Oceane

09. Océane/Sword

L’ultima variazione dell’ancora Spade è la Oceane/Sword che è leggermente ridisegnata sul modello precedente, seguendo i consigli circa le recensioni negative. Il suo progettista ha creato quindi una versione con delle variazioni migliorative. Si presenta in linea di massima come una Spade, ma senza una punta zavorrata. L’attacco è montato sulla punta del cucchiaio che fa presa sul fondale, nel tentativo di aggiungerle peso. Si sono aggiunte inoltre delle sorta di “orecchie” a lato. È ottima per fondali sabbiosi e rocciosi, mentre mostra un po’ la corda su fondali di alghe.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

3 Comments
    1. Ciao Giulio, grazie di aver condiviso la tua esperienza con questa ancora che non a caso ha tanti estimatori tra i diportisti.
      Buon vento!

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