Nulla a bordo è più elegante del teak, un legno esotico con straordinarie qualità di resistenza e longevità. A patto di trattarlo con cura ed effettuarne la manutenzione ordinaria che consiste in frequenti lavaggi e rivestimenti con olii e cere protettive. Qualche suggerimento su come contrastarne l’invecchiamento, ripristinarne il colore originario e mantenerlo sempre in forma perfetta.
Il legno a bordo di una barca è ancora oggi segno di eleganza, marineria e amore per questi straordinari oggetti naviganti. A volte può rappresentare un’esibizione di ricchezza. In realtà quello che veramente se ne apprezza è che si tratta di un materiale vivo, naturale, evocativo quanto nessuna altra sostanza può essere. Purtroppo le belle coperte in teak stanno diventando sempre più rare sui moderni cabinati, un po’ perché il teak di qualità ormai scarseggia e anzi è a rischio estinzione in molti Paesi, quindi per questioni di costo si utilizzano versioni meno nobili e soprattutto lavorate in modo dozzinale. Un po’ perché il legno è tanto bello quanto bisognoso di cure e attenzioni che i marinai di oggi spesso non possono, o meglio non vogliono più dedicare alle proprie barche.
In ogni caso quando si sale a bordo e si trova una coperta in teak tenuta a regola d’arte è sempre un piacere metterci i piedi sopra; inoltre è il miglior biglietto da visita di una barca e del suo armatore. A patto di prendersene cura, tenerlo pulito e dedicarsi alla manutenzione periodica. Come? Ecco una guida per mantenerlo sempre bello e funzionale alla vita di bordo.
Leggi anche:
– Plancetta in teak, come riportarla a nuovo
Origini e caratteristiche del teak
Perché il teak è un legno nobile così apprezzato in ambito nautico? Per le sue origini e le straordinarie qualità che presenta. Il teak proviene dagli alberi tropicali della famiglia delle Verbenaceae. Il nome esatto dell’albero del teak è Tectona Grandis originario del Sud Est asiatico dove cresce nelle foreste tropicali e subtropicali del Laos, del Vietnam e della Birmania. Alta circa 40 metri, questa pianta preferisce terreni collinosi, temperature medie di 20-25 gradi e precipitazioni annue non inferiori ai 1.000 mm. Presenta un tronco diritto, con diametro di oltre un 1 metro e foglie grandi ricoperte di peli con una particolare forma a stella.
Curiosità: gli alberi vengono abbattuti quando hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni con una tecnica particolare che consiste nel praticare una profonda incisione intorno al tronco in modo che l’albero muoia pur restando in piedi; dopo un paio di anni, quando il legno è ormai ben secco, l’albero viene abbattuto.
Perchè si usa il teak in barca?
Il teak ha innanzitutto un’ottima resa estetica; è caratterizzato da una tessitura mediamente fine con fibre dritte e compatte, senza nodi e da venature irregolari, ondulate, molto marcate. Il colore naturale va dal giallo chiaro, quasi biancastro, all’ambrato, fino al bruno e al rosso. Con l’esposizione alla luce il teak si ossida e tende a diventare più uniforme con toni di colore grigio-argento. Oltre al suo aspetto, il teak è pregiato per le sue doti eccezionali di resistenza meccanica e agli agenti atmosferici. Pur essendo un legno piuttosto poroso, ha infatti le fibre impregnate da una speciale resina (la cui natura oleosa si percepisce anche al tatto) che lo rendono resistente all’acqua, all’umidità e alla salsedine, nonché immune da attacchi di insetti, parassiti e muffe. È un legno inoltre estremamente longevo, facilmente lavorabile e che non risente delle escursioni termiche.
Nemici del teak: incisioni e macchie di unto
Pur avendo doti eccezionali il teak non è immune da problemi di invecchiamento e usura derivanti dalla vita a bordo. Nonostante la sua resistenza, rimane per esempio un legno tenero, soggetto ad ammaccature per urti, caduta di oggetti o applicazione di carichi concentrati su piccole superfici. Soffre anche i graffi e le incisioni, procurate per esempio da sassolini presenti sotto alle suole delle scarpe o dalle unghie dei cani. Un altro nemico del teak sono le macchie di unto e olio provocate da resti di cibo, creme solari e gocce di carburante che lasciano inevitabilmente tracce indelebili sulla superficie del legno.
Per evitare tali problemi basta prendere alcuni accorgimenti: controllare la suola delle scarpe, stendere teli o cartoni in caso di lavori in coperta, approntare protezioni in caso per esempio si carichi il fuoribordo o la zattera di salvataggio sul deck.
Cosa fare quando il teak diventa grigio
Un altro punto debole del teak è che soffre i raggi solari e con l’esposizione prolungata all’azione diretta del sole sviluppa un fenomeno di ossidazione che ne trasforma il colore in un grigio chiaro-argento. In realtà ad alcuni diportisti non dispiace questa decolorazione del teak che rimane comunque naturale. In ogni caso, soprattutto quando lo scafo rimane all’ormeggio, sarebbe bene coprire il legno con tendalini e cagnari che proteggono il teak e rallentano questo processo di invecchiamento. Inoltre questo grigio chiaro con il passare del tempo diventa sempre più scuro a causa dello sporco e perché la pioggia si mescola con la finissima polvere contenuta nell`aria depositandola nelle fibre del teak.
Lavaggio del teak: spazzole morbide e acqua, meglio se salata
Come abbiamo detto, il teak è un legno che fa della resina oleosa contenuta nelle sue fibre un baluardo contro l’invecchiamento e il disseccamento e per tare motivo questa dev’essere preservata il più a lungo possibile. Come fare? Per esempio procedendo al lavaggio della superficie con accortezza e in maniera non aggressiva. Per pulirlo efficacemente basta spazzolarlo, dopo averlo bagnato con acqua dolce o di mare se pulita, con una spazzola a setole fitte ma non troppo rigide e un detersivo neutro. Perché l’acqua di mare? Perché il sale è un ottimo antibatterico e inoltre i suoi cristalli trattenuti nelle porosità del legno lo mantengono umido quel tanto che basta per rallentarne il disseccamento, evitando che l’olio evapori. Il teak strutturalmente è composto da un’alternanza di fibre morbide e dure per cui è importante quando si usano le spazzole non sfregare nel senso delle venature: questo porterebbe a grattare via le fibre morbide e a evidenziare quelle dure: spesso le coperte in teak presentano questo difetto percepibile al tatto proprio per un lavaggio aggressivo. Occorre invece lavorare in maniera ortogonale alla fibra del legno senza rigare o consumare la superficie, compresi i comenti in gomma tra le fasce.
Pulizia e manutenzione del teak
Alcuni prodotti per il trattamento del teak sono costituiti da polveri da spargere sul legno bagnato che vanno risciacquate dopo averle lasciate agire per qualche minuto. Esistono anche detergenti liquidi che invece non necessitano di risciacquo. Uno di questi per esempio è il Teak Wonder Cleaner che consente di lavar via dalla coperta il grigio accumulatosi, mentre il Teak Wonder Brightener, tecnicamente uno sbiancante, consente di riscoprire il suo originale colore dorato in pochi minuti e senza asportare millimetri di preziosa essenza della coperta, come avviene nel caso della carteggiatura. Si tratta di composti non aggressivi né caustici che non danneggiano gomma, pitture, vernici o acciai. Se si vogliono evitare spiacevoli sorprese è altamente sconsigliato utilizzare comuni prodotti casalinghi o da ferramenta.
Se invece si vuole restituire al teak il colore originario, bisogna ricorrere a olii e cere specifiche: l’importante è verificare l’assorbimento omogeneo da parte del legno e scegliere prodotti poco grassi che restituiscono all’essenza la porosità naturale e l’impermeabilità. Un buon prodotto presente sul mercato è il Teak Wonder Dressing & Sealer che conserva il tek con il suo splendido aspetto dorato senza la necessità di quotidiani lavaggi con acqua dolce. L’applicazione di questo prodotto sigilla i pori del legno impedendo a polvere e sporcizia che lo scuriscono di penetrare e protegge gli olii del teak dai raggi ultravioletti che ne provocano l’ossidazione e la decolorazione. Con questo trattamento si contrasta la penetrazione nel legno di liquidi quali gasolio, olio, sangue dei pesci, vernici, facilitandone la pulizia successiva. Importante: il Teak Wonder Dressing è inodore, non diviene lucido né scivoloso, non appiccica, non scurisce e non si accumula ed essicca rapidamente.
Mantenere il teak di bordo, questo legno pregiato e generoso, richiede solo un minimo d’attenzione per farlo rimanere sempre in forma smagliante e, trattato con cura, anche dopo molti anni dimostrerà sempre tutta la sua resistenza e bellezza, proprio come un oggetto vivo.
Ciao
Hai un consiglio su come agire sui punti di Nero polvere proveniente dalle ciminiere delle navi ormeggiate al porto poco distante?
Non so piu cosa fare…..e non posso coprire la barca
Grazie
Gio
Ciao Giovanna, ti consiglio di utilizzare un detergente specifico per il teak con una spazzola a setole morbide e ripetere diversi lavaggi.