È appena stato pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti il libro dal titolo “Tre oceani. Il primo giro del mondo di un velista italiano” di Lorenzo Bono che ricostruisce l’epico viaggio di Francesco Aurelio Geraci negli Anni 30.
Quando si parla di vela oceanica e giri del mondo, gli appassionati non possono che andare con la mente a navigatori leggendari come Joshua Slocum oppure Bernard Moitessier. Pochi sanno tuttavia che tra i pionieri dell’epoca eroica della vela c’è anche un italiano, Francesco Aurelio Geraci, il primo marinaio del Belpaese a completare un giro del mondo a vela, appena 37 anni il navigatore argentino e ben 36 anni prima anni prima del navigatore francese. Una storia poco nota e ingiustamente poco celebrata.
Ora però a colmare questa lacuna e chissà, a rivedere con occhio diverso, la capacità di noi italiani di essere sul serio un popolo di navigatori, ci pensa un libro appena pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti. Si intitola “Tre oceani. Il primo giro del mondo di un velista italiano” ed è scritto da Lorenzo Bono che ricostruisce quel viaggio epico basandosi su diari di bordo, foto, carte nautiche e corrispondenze originali.
Un giro del mondo senza radio, né motore
Partito nel 1932, in piena epoca fascista, e dopo un’interruzione di qualche mese, Francesco Aurelio Geraci completò il suo giro del mondo a vela dopo quasi tre anni e 27.775 miglia, a bordo di una goletta in legno di 10 metri, senza motore e senza radio e la sola compagnia di un giovane assistente. L’imbarcazione, dal significativo nome MAS (Memento Audere Semper) e sponsorizzata dalla Lega Navale di Messina spiegò le vele al vento il 18 agosto 1932 dal porto di Napoli e rimase in mare per 399 giorni di navigazione effettiva. Durante il giro del mondo le situazioni di pericolo e i momenti drammatici non mancarono di certo, ma, per volontà dello stesso comandante Geraci, la goletta era partita senza alcun apparato radio proprio affinché nessuno dei due fosse tentato di dare allarmi che avrebbero potuto causare interventi di soccorso e fare invalidare l’impresa. “Memento Audere Semper”, in ossequio al proprio nome e alla volontà del suo comandante, fu quindi “costretta” a portare a termine quell’impresa fortemente voluta dal suo ideatore. I due marinai fecero ritorno in Italia, a Fiumicino il 4 giugno 1935.
Successivamente al giro del mondo, nel 1936, la “MAS” venne esposta alla Fiera del Levante per poi “morire” lentamente e miseramente nel porto di Bari. In un’intervista del 1982, l’allora ottantatreenne comandante Geraci, rammaricato, sottolineò: “Dopo l’impresa e l’esposizione in fiera, tentai di tutto, ma inutilmente, per fare ricoverare la goletta in un museo navale. Se la “MAS” fosse stata conservata oggi rappresenterebbe un cimelio di grande valore”. Quella di Francesco Aurelio Geraci è sicuramente una grande storia di mare rimasta praticamente ignota fino ad oggi.
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L’autore, scrittore e navigatore
Lorenzo Bono, appassionato velista da oltre cinquant’anni, è nato in Sicilia e vive a Roma. Ingegnere, per professione ha viaggiato in quasi tutti i paesi arabi, in Africa e in Argentina. In gioventù ha partecipato a regate in Italia e in Inghilterra. Ha navigato per molti anni in tutto il Mediterraneo con le diverse barche che ha posseduto. Una di queste è stata da lui stesso interamente progettata e fatta costruire in legno lamellare nel Cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, nel 2006.