La maledizione della baleniera Essex colpisce ancora

Fine dell’avventura del navigatore italiano Vittorio Fabris che voleva ripercorrere in barca a vela il viaggio della sciagurata baleniera Essex che ispirò il Boby Dick di Melville. La sua barca Mia ha fatto naufragio in Atlantico e lui è stato tratto in salvo.

Ci sono delle storie di mare talmente intense e suggestive che ci piacciano tanto, troppo, fino a diventare delle vere e proprie ossessioni. Il guaio è quando quelle storie sono anche tragiche e si portano dietro un’alone di mistero e di disgrazia che avvolge anche chi ne è innamorato. È quello che è capitato a Vittorio Fabris lo skipper jesolano di 77 anni partito un anno fa in barca a vela per “andare a scusarsi con le balene”, come diceva lui.

Essex: una storia di marinai che diventano cannibali

Ispirato dal celebre Moby Dick, il romanzo di Herman Melville, l’anziano velista era salpato da Portegrandi, a Venezia nell’aprile 2018 con l’obiettivo di navigare il globo in solitaria lungo le antiche rotte delle baleniere, una in particolare, la sventurata Essex la cui tragica storia aveva ispirato proprio Melville. La Essex, come molti appassionati di mare sanno, venne attaccata da un enorme cetaceo e colò a picco il 20 gennaio 1820 nelle gelide acque dell’oceano Pacifico. L’equipaggio della baleniera riuscì a mettersi in salvo su tre scialuppe ma i marinai iniziano a morire di fame e i superstiti furono costretti a cibarsi di carne umana. Alla fine solo in cinque vennero trovati ancora vivi.

Uno dei superstiti nel 1921 pubblicò un diario dal titolo “Narrazione del naufragio della Baleniera Essex di Nantucket che fu affondata da un grosso capodoglio al largo dell’Oceano Pacifico”. Il libro capitò in mano a Melville che usò la vicenda come traccia per il suo Moby Dick, uscito poi nel 1851.

Il sogno di Vittorio: navigare sulle tracce della baleniera

Come migliaia di persone in tutto il mondo anche Vittorio Fabris amava questa storia, ma lui è andato oltre. Voleva partire in barca per tornare sui luoghi di quella straordinaria storia di mare, celebrarli in qualche modo e magari anche solo utopisticamente archiviare la sua ossessione. Invece il suo viaggio si è trasformato in una catena di peripezie per culminare a fine maggio nell’ultima disavventura: in vista dell’isola al largo del Massachusetts da cui, nel romanzo di Herman Melville, era partita la Pequod del capitano Achab, il motore della barca è andato in panne facendo naufragare il sogno del velista di rappacificarsi con la natura.

Il navigatore veneziano è stato tra l’altro costretto a un tuffo fuori programma nelle acque dell’Atlantico quando la sua Mia alla deriva si è rovesciata. A soccorrere Fabris è stato un rimorchiatore che ha trascinato la barca a Falmouth, un porticciolo sulla costa di Cape Cod. Originariamente lo skipper avrebbe voluto raggiungere il Pacifico dove nel 1820 sarebbe colata a picco la baleniera Essex. Ma con la Mia non più in grado di navigare e dopo un anno di disavventure tra le onde, Fabris adesso vuole soltanto tornare a casa in tempo per il suo compleanno alla fine di giugno.

Ora Sebastian Agapite, il commodoro dello yacht club di Falmouth e la sua famiglia Sebastian Agapite hanno preso a cuore la causa del velista avviando una colletta su GoFundMe: l’obiettivo è aiutare il veneziano a completare il viaggio portandolo in vista delle balene ed essere poi rispedito in aereo a Venezia. Chissà se la sua forza di volontà sarà più forte di certe maledizioni…

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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