Un esempio concreto di come la vecchia nomenclatura marinaresca per quanto difficile da imparare e ricordare è ancora oggi una parte fondamentale della formazione nautica: i controlli alle strutture dello scafo.
Cultura nautica tra esami e navigazione pratica. Nel recente decreto del ministero delle Infrastrutture con i nuovi quesiti sulla teoria e il carteggio per chi vuole ottenere la patente nautica, abbiamo visto come nell’ottica di svecchiare l’esame e renderlo più pratico e aggiornato tra gli argomenti delle domande sono definitivamente spariti la nomenclatura degli scafi di legno, i concetti legati al baricentro o il metacentro degli scafi, alla struttura degli yachts o allo spostamento del carico. Qualcuno naturalmente è felice della nuova filosofia d’esame e di non dovere più mandare a memoria vecchi e difficili termini marinareschi. Altri invece sono critici e pensano che escludere dalla formazione dei futuri skipper una fetta importante e storica della cultura nautica sia sbagliato.
Confrontarsi con esami difficili certo non piace a nessuno, ma il rischio concreto di formare diportisti meno consapevoli e più superficiali nell’approccio a mezzi complessi come le barche c’è. Ma perché sapere cos’è un paramezzale, un madiere o un’ordinata è importante ancora oggi? Prendiamo per esempio l’acquisto di una barca usata. Conoscere e sapere come sono fatti e che funzione svolgono determinati elementi dello scafo permette di verificare lo stato di salute della barca che desideriamo o anche solo comprendere la relazione di un perito che magari abbiamo ingaggiato per evitare brutte sorprese. Ma anche conoscere a fondo il mezzo sul quale stiamo navigando significa autonomia, consapevolezza e soprattutto sicurezza della navigazione.
I controlli da fare alla struttura dello scafo
Cultura nautica e termini antichi. Chi va in mare sa bene per esempio come alcune aree della struttura degli yachts, quelle dalla nomenclatura difficile per i profani, sono soggette a forti carichi e sollecitazioni. Per questo è fondamentale controllare regolarmente i componenti dello scafo. Certo, si potrà obiettare che oggi tra stampi e controstampi a bordo è tutto nascosto alla vista dello skipper. Vero, ma conoscere cosa cercare ci permette sicuramente di effettuare tali controlli da soli o comunque controllare il buon lavoro di un professionista. Vediamo allora cosa controllare.
A parte la linea d’asse, per la quale occorre alare la barca, tali controlli si fanno semplicemente sollevando i paglioli per accedere alla sentina. Lo scopo di queste verifiche è di scovare eventuali crepe o delaminazioni, presenti o potenziali. La delaminazione è la dissociazione degli strati su una barca costruita a sandwich. Riduce notevolmente la forza della struttura e deve essere riparata. In caso di dubbio, si può carteggiare lo strato di gelcoat per controllare lo stato della laminazione. Se è verde traslucido, allora la condizione è intatta.
Le costole: strutture trasversali dello scafo
Cultura nautica e controlli pratici. A propositi di vecchi termini nautici mandati in pensione dai nuovi quiz per la patente, le costole dello scafo formano di fatto l’ossatura trasversale della barca. In caso di impatto, questi possono deformarsi. Per verificarlo, occorre allora ispezionare il gelcoat per vedere se ci sono crepe. La loro presenza potrebbe non essere grave, ma aiuterà a determinare se lo scafo si è spostato a causa di incidenti, usura o cedimento dei materiali.
Controllate anche le estremità e i fori su entrambi i lati del montante che permettono il drenaggio dell’acqua dal fondo per verificare la presenza di disbonding, delaminazione o crepe.
Bulloni e fondi della chiglia
Quando la chiglia è sbandata, può muoversi all’indietro e causare la deformazione dei bulloni che la tengono in posizione o spingere lo scafo verso l’interno, causando danni al pagliolato. Controllate il serraggio dei dadi e la forma delle rondelle, ma anche lo stato del gelcoat. Lo scafo potrebbe infatti essersi delaminato, riducendo la sua solidità. In questo caso sarà necessario un ampio lavoro di ristrutturazione.
Piastre della catena, anche qui c’è cultura nautica
Nel caso di catene non fissate al fasciame, i tiranti assicurano l’assorbimento delle forze sullo scafo. Tornano sopra le panche del salone e a volte nella cabina di prua per la piastra inferiore della catena. Le piastre delle catene possono anche essere prese sulle paratie interne. Ricordatevi di controllare lo stato degli stralli, soprattutto dopo un urto che genera forti tensioni sul sartiame, per individuare eventuali strappi o distacchi.
Asta del timone e albero dell’elica: cosa sono?
L’asta del timone passa attraverso un tubo che fornisce il collegamento tra il fondo dello scafo e la parte superiore della linea di galleggiamento. Tale componente deve essere sempre controllato per eventuali anomalie. In caso di impatto contro banchi di sabbia, scogli o di un oggetto come una rete aggrovigliata nell’elica, è importante controllare che l’albero dell’elica funzioni correttamente.
Anche solo da questi semplici controlli si può capire che conoscere cos’è una paratia, una delaminazione, una costola, non è semplicemente un vezzo da capitani, un vecchio retaggio della cultura marinaresca, ma un modo di andare in mare consapevole e rispettoso del mare.