La Corrente del Golfo agisce come un frullatore in Atlantico

La Corrente del Golfo è una forte corrente oceanica calda che scorre nell’oceano Atlantico del Nord. Di fatto gli scienziati hanno scoperto di recente che provoca mini turbolenze e possibili effetti su clima e pesca. La prova diretta di questo fenomeno è stata osservata tracciando il movimento delle acque con un colorante fluorescente.

Con l’evoluzione della meteorologia moderna e la diffusione sempre più capillare dei bollettini di previsione ormai in molti conoscono la Corrente del Golfo. Coloro che vanno per mare e quei diportisti che navigano in Mediterraneo tuttavia a maggior ragione dovrebbero averne una conoscenza ancora più approfondita.

Come è noto la Corrente del Golfo è una forte corrente oceanica calda dell’emisfero boreale, presente nell’oceano Atlantico del Nord. Nasce nel Golfo del Messico trasportando acqua calda tropicale verso l’Atlantico settentrionale. Quando poi questa si raffredda in prossimità del circolo polare artico, si inabissa, dopodiché il ciclo ricomincia. Tale corrente è di vitale importanza per la mitigazione del clima dei paesi europei che si affacciano sull’oceano Atlantico, per esempio Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Gran Bretagna e Islanda, ma anche l’Italia.

Ecco come influenza il nostro clima

Ma come funziona e come influisce a livello di modelli climatici questo fenomeno? In breve l’acqua, spostandosi verso Nord, tende a mantenere inalterata la propria velocità, come stabilito dal principio di inerzia. Risalendo verso Nord, le masse liquide si “scontrano” con masse che viaggiano a velocità inferiori poiché la velocità lineare di rotazione diminuisce con l’aumentare della latitudine. In un intervallo di tempo le masse con velocità maggiore percorrono spazi maggiori e saranno quindi più spostate verso Est di masse con velocità minore. A questo è dovuta la forma della traiettoria della Corrente del Golfo.

Data la sua importanza, la Corrente del Golfo è sempre monitorata e studiata dagli scienziati che non finiscono mai di carpirne le caratteristiche più profonde. Recentemente si sono resi conto che agisce con un frullatore nell’oceano Atlantico: provoca turbolenze su piccola scala che risultano invisibili ai satelliti, ma che possono avere importanti conseguenze per il clima, il meteo e la pesca lungo le coste americane ed europee. La prima prova diretta di questo fenomeno è stata osservata tracciando il movimento delle acque con un colorante fluorescente. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) da un gruppo di ricerca guidato dall’Università del Maryland.

Monitorata grazie a un colorante

Sfidando l’inverno burrascoso, gli studiosi si sono imbarcati su due navi oceanografiche per rilasciare il colorante lungo il fronte settentrionale della Corrente del Golfo, insieme a un galleggiante dotato di segnale acustico. Nei giorni successivi hanno seguito il suo percorso raccogliendo campioni per monitorare la concentrazione del colorante e le caratteristiche dell’acqua, come temperatura e salinità. Una volta tornati a riva, hanno sviluppato delle simulazioni ad alta risoluzione per riprodurre il processo fisico di dispersione del colorante in mare, usando i dati emersi dalle analisi di laboratorio dei campioni d’acqua.

I risultati così ottenuti dimostrano che turbolenze che si sviluppano su aree ristrette (anche di un solo chilometro) esercitano un’importante influenza sul cammino del colorante, determinando un significativo rimescolamento delle acque. Questo fenomeno potrebbe avere conseguenze ancora tutte da esplorare sulla biologia dell’ecosistema marino e perfino sul clima: il rimescolamento potrebbe infatti condizionare la capacità dell’oceano di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera riducendo l’effetto serra.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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