La leggenda della crociera Jimmy Cornell rivela i risultati del suo ultimo sondaggio in cui ha coinvolto 65 skipper oceanici con alcune domande su temi essenziali: lunghezza della barca e allestimenti, armo, materiali, fonti di energia e principali avarie.
Come è cambiata la navigazione a vela di lungo corso negli ultimi 40 anni? A raccontarcelo è Jimmy Cornell, grande navigatore, giornalista e organizzatore di eventi velici in tutto mondo, come per esempio la Arc (Atlantic Rally for Cruiser). Durante queste attività Jimmy viene a contatto con centinaia, se non migliaia di diportisti, e di storie, attitudini e profili ne conosce tanti. Ogni tanto tuttavia va più nello specifico attraverso dei questionari ragionati che sottopone alla sua comunità.
Nell’ultima di queste iniziative ha intervistato 65 skipper a cui ha rivolto 36 domande sugli argomenti più importanti della navigazione, riferiti non soltanto alla barca, le sue attrezzature, gli impianti e gli accessori utili, ma anche a questioni correlate, come il gommone, la navigazione, il sistema di guardia, etc. Avendo fatto una cosa simile nel 1979, ha anche potuto mettere a confronto le varie risposte, dando così un’idea, molto veritiera e concreta di come sono cambiate le cose in ambito nautico in oltre 40 anni. Ecco allora quello che è emerso.
Leggi anche: Il futuro della navigazione è tutto “digitale”. Parola di Garmin
Dimensioni delle barche sempre più grandi
La scelta della barca è sempre al centro di una lunga navigazione di successo. Sebbene le opinioni sulle dimensioni delle barche dei giramondo siano diverse, c’è un consenso sul fatto che la scelta dello scafo dovrebbe basarsi su una valutazione realistica dell’itinerario previsto e delle capacità dell’equipaggio. Certo è che i diportisti negli anni si sono affidati a barche più grandi, passando da una media di 40 piedi a una di 50 piedi. Una media influenzata anche dall’uso sempre più massiccio di catamarani da crociera.
La tentazione di acquistare una barca più grande è difficile da resistere, perché oggi con gli stessi soldi si compra una barca molto più grande rispetto a dieci anni fa. Inoltre, attrezzature come winch elettrici, avvolgifiocco motorizzati e eliche di prua hanno reso anche le barche più grandi molto più facili da gestire. Tuttavia, scegliere una barca di dimensioni sbagliate è uno degli errori più gravi che si possano commettere. Se c’è un solo punto da tenere presente, è chiedersi: “Posso navigare su questa barca solo con il mio partner o, in caso di emergenza, da solo?”.
In pochi scelgono l’armo a ketch
Un altro fattore che è notevolmente cambiato è il tipo di armo della barca. Mentre una volta la maggior parte dei giramondo utilizzava armi frazionati e prediligeva il ketch con doppio albero, la goletta o lo yawl, anche seguendo le orme dei grandi navigatori del passato come Slocum e Moitessier, oggi quasi tutte le barche sono a un solo albero con un semplice armo a sloop.
Vero trionfo della vetroresina
Cambiamenti riguardano anche i materiali della barca, in particolare dello scafo. Legno, acciaio e ferrocemento sono via via stati sostituiti con la vetroresina, con qualche eccezione per l’alluminio che tra i giramondo viene ancora percepito come uno dei materiali più solidi, duraturi e semplici da riparare. Magari non proprio economico. Spariscono anche tanti progetti artigianali e custom diciamo così, per premiare barche di serie che vengono utilizzate semplicemente con allestimenti personalizzati in funzione delle lunghe navigazioni n oceano.
Non manca tuttavia qualche diportista che investe in progetti di serie un po’ datati, molto robusti e ben fatti, che sottopone a un bel refitting per rimetterli a nuovo e avere una barca senza compromessi.
Utilizzo dell’energia cresciuto vertiginosamente
Il consumo e la generazione di energia elettrica sono di grande importanza per chiunque abbia in programma un viaggio in oceano. Le imbarcazioni di oggi sono equipaggiate con i più alti standard tecnici per garantire prestazioni efficienti, sicurezza di navigazione e comfort. Di conseguenza, il consumo di elettricità è cresciuto in modo esponenziale e molti velisti si rendono conto solo una volta in navigazione di quanto consumino le loro apparecchiature affamate di energia.
È notevole il numero di imbarcazioni dotate di batterie al litio. Sebbene non siano ancora la maggioranza, molti proprietari di batterie di vecchio tipo, al piombo, al gel o AGM, hanno infatti espresso l’intenzione di passare a quelle al litio quando sarà il momento di sostituirle. Grande uso di sistemi alternativi di ricarica come pannelli solari, generatori eolici e idrogeneratori.
Avaria più comune? Quella all’autopilota!
Uno dei guasti più comuni durante un passaggio oceanico è sicuramente quello dell’autopilota. La causa più frequente citata dagli armatori è che l’autopilota non è sufficientemente potente per governare l’imbarcazione in condizioni prolungate di vento forte e mareggiate. A causa di consigli errati da parte dei produttori o della necessità di risparmiare, alcuni marinai acquistano un’unità sottopotenziata, non adatta alle dimensioni e al dislocamento dell’imbarcazione, oppure esposta a uno sforzo eccessivo a causa dell’eccessiva inclinazione dell’imbarcazione o delle vele mal regolate.
Un fattore importante è il ruolo essenziale che questo tipo di equipaggiamento può svolgere in una situazione di emergenza, soprattutto sulle imbarcazioni con equipaggio ridotto. L’avaria dell’autopilota può essere un grave problema per gli equipaggi con equipaggio ridotto e ci sono stati esempi di coppie che, durante una lunga traversata oceanica, sono state pronte ad abbandonare la propria imbarcazione di fronte a una situazione del genere. La stanchezza di governare a mano, giorno e notte, in condizioni di forte Aliseo aveva raggiunto il punto in cui non potevano più farcela. In molti investono in un autopilota di riserva o preparano qualche altra soluzione.