Con la crisi economica che non accenna a diminuire Benny Abarbanel, un 39enne di Tel Aviv ma che lavora in Italia da 35 anni nella ristorazione, ha lanciato un progetto di un giro del mondo a vela sulle orme di Bernard Moitessier: approccio essenziale, attrezzature riciclate e campagna social per cercare compagni di avventura.
Realizzare il sogno di fare il giro del mondo a vela, costruirsi una barca e attrezzarla in economia, coinvolgere quanta più gente possibile e rispondere a questa crisi generale con un tocco di creatività e positività, sono queste le aspirazioni di Benny Abarbanel, 39enne nato a Tel Aviv ma in Italia da 35 anni.
Il suo progetto di giro del mondo lanciato e diffuso attraverso i Social sta riscuotendo molto successo e sono in tanti a sostenerlo, motivarlo e fare il tifo per lui. Benny in realtà non è un navigatore, ma è un semplice appassionato che da tanti anni che lavora nella ristorazione. Gestisce insieme ai due fratelli Jonatan e Yoel uno dei ristobar più conosciuti e apprezzati di Genova, Les Rouges, che ha anche una sede a Milano. A ispirarlo per questo viaggio a vela sono però i vagabondaggi nei mari del Sud del grande navigatore francese Bernard Moitessier. Da Moitessier ha preso in prestito anche l’approccio per una nautica popolare, a basso costo, che comprende anche l’uso di attrezzature riciclate.
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Chi lo aiuta sale in barca con lui
La sua barca per il giro del mondo al momento è già in costruzione in un cantiere di carpenteria metallica di Latina dove sta per essere completato lo scafo. Le fasi della costruzione si possono seguire sulla pagina Facebook di Benny sulla quale ha lanciato una campagna di crowfunding. “Per ora ho speso 15.000 euro e ho raccolto 2.000 euro”. Si possono donare anche soli 10 euro e per i donatori più generosi è previsto un passaggio a bordo di “Timshel”, questo il nome scelto per la barca e tratto dal romanzo La Valle dell’Eden di Steinbeck. “Offro 5 giorni di navigazione o anche più se si vuole e ci troviamo bene – racconta Benny – sto facendo già adesso delle conoscenze splendide e si può dire che il viaggio è già cominciato”.
Tra queste conoscenze c’è per esempio Franco “Ciccio” Manzoli, il primo italiano a vincere una Ostar e che oggi produce alberi in alluminio ad alta prestazione: uno dei suoi vecchi accatastati dietro il capannone potrebbe andare ad allestire la barca di Benny: “Magari – dice Benny – per ora mi limito a considerare un privilegio e un onore l’averlo conosciuto e aver trascorso ore con lui a parlare dell’armo della barca, insieme a Roberto Westermann di Wsail: tutti e due colpiti dalle mie intenzioni”. Si vedrà cosa ne esce.
Filosofia essenziale e barca controcorrente
Perché l’intento di Abarbanel non è quello di farsi la barca gratis, ma più in generale creare coinvolgimento, avere relazioni con persone interessanti, vivere una nautica popolare. “L’altro giorno ho trovato una cucina marina a un prezzo bassissimo – racconta Benny -avrò il più possibile attrezzatura usata per il giro del mondo. L’idea nasce da prima della pandemia ma adesso i tempi si stanno allungando perché se prima sapevo su quali somme potessi contare adesso è impossibile saperlo”.
La barca stessa è fuori da comune: viene da un progetto di Ernesto Tross, noto “eretico” della costruzione nautica, pittore e artigiano recentemente scomparso ma che Benny ha fatto in tempo a conoscere. Si tratta di uno scafo in alluminio, con deriva mobile a baionetta, peso in sentina suddiviso all’antica in pani di piombo e non sul classico bulbo, e soprattutto senza randa ma armata solo con fiocchi: “Per questo basta un semplice palo in alluminio senza inferitura spiega Benny – il boma non c’è e questo è un ulteriore elemento di sicurezza, perché alzi la mano il velista che non ha mai preso una bomata in testa”.
Tra gli obiettivi coinvolgere gente interessante
“Per quanto si tratti di un progetto essenziale, la barca è un oggetto che costa e in situazioni di difficoltà evidenti nella mia attività ho pensato di unire utile e dilettevole dice Benny – ma, più importante di tutto, stò creando connessioni e adesso ho una rubrica sempre più piena, vado a conoscere le persone dal vivo quando è possibile. C’è un ragazzo di Torino, ingegnere informatico, che si è proposto gratuitamente di occuparsi della parte elettronica: un lavoro enorme e lo fa solo perché gli piace il progetto. Insomma sto costruendo rapporti e relazioni che poi dureranno”.
Non manca sui Social come sempre qualche disfattista e qualcuno gli dà del fricchettone. “Gli insulti ci sono – racconta Benny – da accattone in poi. Però ho passato 20 anni nella ristorazione, togliendomi molte soddisfazioni. Penso che quello che ho imparato svolgendo questo lavoro potrà essere utile per il giro del mondo che farò con Timshel. Ospitalità, capacità a relazionarsi con le persone, spirito di adattamento saranno essenziali per la riuscita del progetto”.
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