Nonostante il mondo sia più pacifico e tranquillo di come ce lo raccontano tv e giornali, è indubbio che ci sono dei Paesi stranieri pericolosi per chi ci arriva in barca: i rischi maggiori sono rappresentati dalla criminalità, il terrorismo e la pirateria. Vediamo quali sono queste località da cui tenersi alla larga quando si naviga.
L’idea che i luoghi lontani, gli altri Paesi, gli ambienti sconosciuti, i popoli diversi siano più pericolosi del posto in cui viviamo è insita nell’uomo. Più o meno la proviamo tutti, è la classica paura dell’ignoto, ma non è detto che sia sempre giustificata. Il nostro mondo civile e super organizzato a pensarci bene è altrettanto ricco di pericoli: inquinamento, stress, incidenti sul lavoro, criminalità, e così via. Siccome però ci siamo abituati, non gli diamo più grande peso e il nostro ambiente non ci sembra poi così pericoloso.
Come però ci allontaniamo, partiamo per un viaggio oppure organizziamo una crociera in qualche paese esotico, ecco che affiorano le peggiori paure. I rischi più temuti all’estero per i diportisti sono sempre quelli: tempeste, terremoti e tzunami, animali pericolosi, mancanza di cibo e acqua, malattie strane, criminalità, terrorismo, pirateria. In realtà chiunque ha affrontato questi viaggi in barca nei paesi lontani sa bene che il mondo in generale è molto più tranquillo e pacifico di come siamo abituati a pensarlo. O meglio in certi casi, né più né meno pericoloso del posto in cui abitiamo. Spesso le nostre fobie sono semplicemente legate al bombardamento di notizie di cronaca a cui siamo sottoposti ogni giorno e che esasperano il lato diciamo drammatico della vita. Per fortuna il nostro pianeta non è solo così.
Somalia e i “signori della guerra”
A essere realisti nel mondo ci sono comunque un certo numero di Paesi difficili, non solo per i diportisti, terre dove è meglio non fare scalo se non per emergenza. Uno dei Paesi più pericolosi è sicuramente la Somalia. Un’instabilità sociale e politica che dura da troppo tempo ha portato infatti in quel Paese a un’anarchia totale fatta di gente armata. I cosiddetti “signori della guerra” sono sovrani incontrastati di quel territorio e del mare circostante e non sono rari gli attacchi a piccole e grandi navi che solcano quelle coste.
Filippine e gli agguati dei finti pescatori
Altre acque pericolose sono quelle delle Filippine. Nel Paese ci sono problemi politici ed economici e la maggior parte della popolazione vive al di sotto della soglia di sussistenza. Nelle acque dell’arcipelago sono tante le barche di pescatori allo sbando che predano le barche di passaggio. Hanno potuto affinare la loro tecnica di agguati nel periodo durante il quale il mare tra le Filippine il Vietnam era percorso dalle “boat people” cariche di gente in fuga dalla penisola indocinese che aveva con sé poco denaro. Le boat people erano centinaia e fermare quelle barche per i predatori filippini rappresentava un bottino facile e sicuro.
Altro elemento di criticità è nella parte Sud dell’arcipelago dove c’è una minoranza musulmana che vorrebbe affermare i propri diritti nei riguardi della maggioranza cattolica. Per farlo uno dei metodi è quello di sequestrare gli stranieri che capitano nella zona, ma non è raro che gli stessi Filippini sconfinino in Malesia per rapire dei turisti.
Colombia e Venezuela, tra poveri e narcotrafficanti
Anche la Colombia e Panama sono famose per un altissimo tasso di delinquenza, così come il Venezuela che negli ultimi anni sta conoscendo una crisi economica drammatica. Certo ci sono dei luoghi in cui arrivando in barca si ha la sensazione di essere sicuri, per esempio Cartagena in Colombia oppure lo yacht club di Puerto colonna a Panama, ma bisogna stare in guardia. Un tempo le acque antistanti la Colombia erano infestate di narcotrafficanti in cerca di imbarcazioni con i documenti puliti per poter far entrare i loro carichi di droga nelle acque statunitensi. Ora la situazione sembra migliorata, ma è sempre più prudente navigare tenendosi a un centinaio di miglia da quelle coste.
I dati della pirateria internazionale
In generale in tutto il Sud America ci sono grosse sacche di povertà e si può rischiare di fare cattivi incontri. È lungo le coste del Brasile per esempio che venne ucciso Sir Peter Blake. Non bisogna pensare che i predoni siano interessati soltanto al denaro: anche gli oggetti più semplici che ci sono in barca, per esempio le attrezzature, i dispositivi elettronici, le pentole, le coperte, i vestiti, il cibo per certe popolazioni alla fame rappresentano degli autentici tesori.
Per quanto riguarda i dati sulla pirateria che vengono raccolti dal Piracy Reporting Center dell’international Maritime Bureau, un’agenzia della camera di commercio internazionale che ha sede a Kuala Lumpur, gli attacchi registrati in tutto il mondo da parte della pirateria si aggirano sui 300 l’anno e di questi più della metà avvengono in Asia. Oggetto degli agguati tuttavia sono soprattutto le navi commerciali e quasi mai le barche piccole di noi diportisti.
Le acque della Colombia, fino a Panama passando per tutto l’arcipelago delle Sanblas, sono da ritenersi sicure. Più pericolose le coste dell’Honduras, poi Belize, Messico e Cuba assolutamente sicuri.
Ciao Luigi, grazie per condividere queste informazioni di prima mano sicuramente molto apprezzate da coloro che intendono navigare in quelle zone.