Di fronte alla possibilità di installare la propulsione singola o doppia su barche dai 6,5 ai 10 metri sul piatto della bilancia entrano sicurezza e prestazioni da un lato ed economie di esercizio e di acquisto dall’altro. Vediamo allora quali sono le principali differenze tra la motorizzazione singola e quella doppia.
Se ci si orienta su barche di una certa dimensione, la scelta tra una motorizzazione fuoribordo singola o doppia è uno dei primi interrogativi che il futuro armatore deve affrontare. Sul piatto della bilancia ci sono sicurezza e prestazioni da un lato ed economie di esercizio e di acquisto dall’altro. A volte ci si lascia guidare dal cantiere, altre dalla propria esperienza o dalla moda. In realtà ci sono dei fattori precisi da considerare: tipologia di barca, tipo di navigazione, prestazioni, sicurezza, consumi e costi di gestione.
Vediamo allora, punto per punto, quali sono le principali differenze tra la motorizzazione singola e quella doppia.
Tipologia di barca: dimensioni e disegno di carena
Escluse le medie e grandi unità, quindi sopra i 10 metri circa, per cui è normalmente il cantiere a decidere come motorizzare la barca, nelle misure tra i 6,5 e i 10 metri potreste trovarvi nella condizione di scegliere se avere un unico propulsore con una potenza adeguata, oppure dividere la potenza su due motori separati. Ma non sono solo le dimensioni della barca a incidere su questa scelta, conta anche la tipologia dell’imbarcazione stessa e le sue linee d’acqua. Per quanto riguarda lo scafo, per esempio quelli con una scarsa portanza a poppa o uno specchio di poppa troppo piccolo, mal si adatterebbero ad accogliere una motorizzazione doppia.
Al contrario, una carena a V profonda con ampie superfici bagnate e quindi un impiego prevalentemente marino, praticamente impone un doppio propulsore, anche per migliorare le prestazioni dell’imbarcazione e la sicurezza della navigazione.
Tipo di navigazione: laghi o mare, sotto costa o al largo
Un altro fattore determinante sulla scelta della propulsione singola o doppia riguarda il tipo di navigazione, argomento peraltro strettamente connesso alla sicurezza. Se si prospetta un uso della barca prevalentemente su acque interne, come per esempio i laghi, si può propendere per un singolo propulsore più serenamente. Se al contrario si naviga prevalentemente in mare ci sono due opzioni: qualora vi allontanate molto dalla costa e volete avere il massimo della sicurezza, sicuramente due propulsori sono meglio di uno. Questo in linea di principio. Non bisogna pensare tuttavia che il solo fatto di avere due propulsori permette di navigare sempre in tutta tranquillità. La maggior parte delle avarie in mare sono infatti causate da scarsa manutenzione e acqua nel carburante, in questo caso i due motori restano una salvezza certa solo sulla carta.
Se praticate al contrario una navigazione da diporto turistica vicino alla costa e utilizzate la barca solo per rilassarvi e fare uscite in famiglia o battute di pesca lungo i litorali, allora potete optare tranquillamente per la propulsione singola. Senza contare che se si naviga in zone con bassi fondali e comunque dove spesso si devono alzare i piedi dei motori, doverne gestire uno solo è molto meno impegnativo.
Prestazioni: la potenza si somma solo a certe condizioni
Le prestazioni che vogliamo ottenere dalla nostra propulsione sono decisive sulla scelta del fuoribordo singolo o doppio, con un presupposto importante da considerare però. Le potenze dei motori infatti non sono come le lunghezze o i chilogrammi, non si possono cioè sommare se non a certe condizioni. I propulsori devono essere della stessa marca, della stessa potenza, con lo stesso numero di giri e con la stessa elica, come diametro e come passo. Gli stessi cavalli non sono divisibili in modo perfetto, nel senso che se installo due motori da 150 cv o uno da 300 non avrò lo stesso risultato. Oltre alla forza positiva, infatti, cioè quella di spinta, si deve tenere presente anche quella negativa, cioè l’attrito e la dispersione della potenza in acqua. Normalmente si considera un confronto corretto quando alle versioni con due propulsori si toglie un 20 per cento circa dalla somma dei cavalli.
Per esempio una motorizzazione con due propulsori da 150 cavalli è simile a un fuoribordo singolo da 250. Oltre ad avere due motori, si deve considerare appunto che le eliche spingono, ma i piedi dei propulsori fanno anche un attrito. Per quanto riguarda le prestazioni in navigazione due motori consentono una navigazione più equilibrata e stabile, mentre con il singolo propulsore questa potrebbe essere un pò più sportiva. L’utilizzo di due motori offre una migliore manovrabilità, che diventa estrema quando è possibile collegarli a un joy-stick a gestione elettronica che li controlla in senso, in velocità e direzione in maniera indipendente: è così che possiamo far fare allo scafo movimenti impensabili con un solo motore. In fase di planata, inoltre, quando affondate il gas per lanciare la barca sulla superficie dell’acqua, la doppia motorizzazione ha tendenzialmente più grip e quindi una presa migliore, si ha una percezione di una migliore accelerazione. Le virate con il motore singolo infine sono tendenzialmente più strette e quindi avrete la sensazione di condurre una barca più reattiva.
Anche il peso incide naturalmente sulle prestazioni. Installare due propulsori sullo specchio di poppa significa avere più peso, questo è un dato importante da tenere in considerazione perché ci sono imbarcazioni che soffrono l’eccessivo peso a poppa, così come barche che al contrario possono essere caricate maggiormente sullo specchio poppiero. Per quanto riguarda infine i consumi, due motori presi singolarmente, sforzandosi meno, hanno consumi inferiori rispetto al singolo, però la somma dei due gli si avvicina molto.
Sicurezza: un doppio motore salva dalle avarie
Chi va per mare lo sa bene, la sicurezza deve essere sempre al primo posto e nulla è più sicuro di due motori: in caso di avaria ce ne sarà sempre uno funzionante per rientrare in porto. Questo vale naturalmente se tutta l’impiantistica della barca è stata raddoppiata. In pratica, solo il polo negativo delle batterie può essere in comune, il resto deve essere tutto doppio, compresi gli stacca batterie e i pescanti nel serbatoio. Sfortunatamente questa accortezza non viene sempre praticata e occorre appurare che in caso di barca nuova o usata a fronte di prezzi d’acquisto stracciati che non si ricorra a pericolosi risparmi nell’allestimento dell’impiantistica dei motori.
Se tuttavia non operate in condizioni estreme per garantirsi la sicurezza basta un piccolo motore ausiliario di pochi cavalli, magari elettrico, da portarvi dietro e da adoperare agganciandolo alla poppa in caso di guasti o di mancanze di carburante. Ovviamente non potrete pretendere la planata, ma ve la caverete ottimamente nelle emergenze, con il vantaggio che il motore ausiliario più piccolo può essere utilizzato sul tender per scendere a terra o per ottenere andature da passeggiata o da pesca senza rumore e soprattutto senza inquinamenti.
E i costi di gestione?
Le differenze maggiori tra motorizzazione singola e doppia si trovano proprio al livello di costo, sia di acquisto che di istallazione che di manutenzione. Acquistare due motori di media potenza infatti costa comunque più del singolo propulsore e nelle manutenzioni si tratta provvedere a due motori invece di uno. Il costo d’acquisto è circa un 20-30 per cento in più comprando la doppia motorizzazione così anche l’installazione.
Non solo. Se si acquista un solo propulsore si risparmia anche sull’impiantistica di bordo che è notevolmente semplificata: non prevedere un doppio circuito elettrico e di alimentazione per i due motori vorrebbe dire rinunciare a una parte importante dei vantaggi in termini di sicurezza della soluzione bimotore. Quindi doppi allestimenti, ma anche doppie spese di manutenzione (in pratica un 300 cv non differisce molto come costi di manutenzione rispetto a un 150 cv). Inoltre un solo motore, anche se più potente, a parità di prestazioni consuma sensibilmente meno di due con meno cavalli. L’unico risparmio è sulla longevità della coppia, sottoposta a minori stress meccanici, ma questo non bilancia che in parte la differenza economica di cui sopra.