Estate a vela: situazione charter in Croazia e Grecia

Ora che le restrizioni da Covid-19 si fanno meno stringenti e i diportisti italiani ricominciano a navigare e programmare crociere in Mediterraneo, ci sono Paesi come Croazia e Grecia che aprono le proprie frontiere al charter per non compromettere la stagione turistica.

Lo scorso febbraio quando è cominciata l’emergenza da CoVid-19 e poi nei mesi successivi ci chiedevamo con una certa apprensione se e come avremmo affrontato le vacanze estive. Ora che a ridosso della bella stagione la morsa del Coronavirus si è allentata e le misure restrittive alla mobilità si fanno meno stringenti possiamo tirare un respiro di sollievo e organizzare una bella vacanza che mai come quest’anno ha un peso specifico ancora più forte per ciascuno di noi. Siamo stati messi a dura prova fisicamente ed emotivamente e un periodo di relax staccando la spina lontani da tutto e tutti non può che essere rigenerante.

Tra le tante opzioni possibili per trascorrere una vacanza estiva in questo 2020 le barche e la vita in mare rappresentano una delle migliori scelte possibili, a patto di prendere le dovute cautele, rispettare le norme sanitarie e affidarsi a società di noleggio informate e responsabili. Con l’entrata in vigore della cosiddetta Fase 3 a partire dal 3 giugno in Italia è possibile spostarsi tra le regioni italiane quindi chiunque potrà raggiungere la propria barca ormeggiata in un porto fuori dai confini regionali, ma anche coloro che noleggiano imbarcazioni possono raggiungere la base d’imbarco. Dopodiché si potrà navigare liberamente lungo le coste e le isole italiane.

Altre destinazioni per il charter molto apprezzate dagli italiani sono però anche la Croazia e la Grecia. Vediamo allora come si sta assestando la situazione post Covid-19 in questi due paesi per chi volesse noleggiare una barca lungo le loro coste.

Croazia, porti pieni e prenotazioni in crescita

Per quanto riguarda la Croazia, anche qui intanto la stagione del charter ha ripreso a pieno regime con le prenotazioni dei diportisti che hanno raggiunto già il 60 per cento e il trend continua a crescere: gli operatori sono certi di riuscire a raggiungere per fine stagione l’80 per cento. Nei week end scorsi il porto di Zara ha visto massicce affluenze di turisti dalla Germania, dalla Polonia e dalla Russia per dare il via alla stagione del charter.

La situazione turistica della Croazia è quindi attualmente stabile, non ci sono restrizioni sanitarie e sociali, se non il fatto che nell’ufficio delle società di charter possa entrare solo lo skipper e che l’operatore che viene a bordo per il check-in deve indossare la mascherina. Per il resto è tutto normale, i porti, le banchine, i supermercati sono pieni di persone, la maggior parte delle quali non indossa alcuna protezione perché, lo ricordiamo, in Croazia non è obbligatoria né la mascherina né la distanza sociale. Anche sulle barche oggetto di noleggio può salire chiunque, non ci sono limiti, conviventi o meno, e non ci sono controlli sanitari.

Poche restrizioni: i turisti dell’Est ne approfittano

Il governo croato ha stabilito che se un membro dell’equipaggio dovesse avere sintomi d’infezione non deve andare in ospedale, ma deve segnalarlo alle autorità e attendere in barca che arrivi qualcuno a fargli un tampone. Nel caso in cui l’esito del test fosse positivo al Covid-19 la persona sarà rimpatriata a sue spese ma con l’assistenza della sanità croata.

Al momento non sono molti gli italiani che prenotano charter in barca sulle coste croate. Ma a salvare questo forte segmento del turismo nautico croato ci pensano tedeschi, austriaci e russi. I tedeschi e gli austriaci, che hanno subito una pandemia meno aggressiva di noi italiani, continuano a frequentare la Croazia in massa perché dopo la Guerra dei Balcani e durante la crisi economica del 2008 hanno comprato terre, immobili e aziende facendo ottimi affari. I russi che hanno vissuto restrizioni sanitarie molto più tardive rispetto a noi, approfittano di un paese come la Croazia, meno agguerrito in fatto di lockdown. Grazie a questi flussi di turismo, gli operatori croati contano di limitare i danni da epidemia a un 20 per cento di calo di fatturato per l’industria del charter locale.

Grecia apre agli italiani, ma blocchi per alcune regioni

Per quanto riguarda invece la Grecia, dopo gli annunci del Governo locale che nelle settimane scorse aveva chiuso in modo molto rigoroso il Paese agli italiani, è stato fatto un passo indietro. Ora gli italiani possono entrare in Grecia, ma alcune restrizioni rimangono e sono categoriche. I turisti in arrivo da Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, le regioni più colpite dalla pandemia, saranno sottoposti a un test al momento del loro arrivo.

Un trattamento restrittivo tuttavia non riservato ai soli italiani. Nella lista nera della frontiera greca ci sono anche il Belgio, l’area di Parigi in Francia, una porzione rilevante dell’Olanda, Lisbona in Portogallo e poi Madrid, Stoccolma, quasi tutto il Regno Unito e buona parte degli Stati Uniti. Chiusure totali invece per Paesi come la Bielorussia, Bangladesh, Cile, Indonesia e Brasile.

Anche per queste politiche restrittive al momento i diportisti italiani stanno rimandando le crociere a vela in Grecia, così come quelli provenienti dai principali paesi europei, mentre continuano le prenotazioni da parte di velisti albanesi, macedoni, bulgari e russi.

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David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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