Di vela si muore, in oceano come sul lago dietro casa

La scomparsa in Atlantico del navigatore francese di 57 anni Stephane Thomas caduto dal suo Mini 6,50 Aelig mentre navigava in solitario e la morte di Claudio Valle, istruttore di vela di 65 anni, sul lago di Garda, sono due tragedie accadute a pochi giorni di distanza che invitano a riflettere sui rischi della vela e sul rispetto delle norme di sicurezza in navigazione.

Due gravi incidenti accaduti a pochi giorni di distanza raccontano una verità che fa male ma su cui occorre riflettere: di vela si muore. E non importa che si stia navigando in oceano oppure sul lago dietro casa. I rischi e le incognite della navigazione sono sempre in agguato e non bisogna mai abbassare la guardia.

L’ultimo incidente in ordine cronologico è accaduto in Atlantico. Un navigatore francese di 57 anni, Stephane Thomas, stava macinando miglia a bordo del suo Mini 6,50 Aelig per guadagnarsi la qualifica alla prossima Mini Transat, transatlantica in solitario tra le più ambite da chi frequenta le regate d’altura.

Tante miglia in solitario, poi di Thomas nessuna traccia

Thomas aveva lasciato Lorient il 22 luglio e aveva doppiato la Île de Ré per poi arrivare in Irlanda e compiere le 1.000 miglia necessarie alla qualificazione per la competizione. Avrebbe dovuto riportare la sua barca a Lorient, ma all’improvviso si sono perse le sue tracce. Nessuna comunicazione radio, nessuna email, nessuna telefonata. Il primo appello per la sua scomparsa è apparso su un forum di marinai.

Poi sabato 3 agosto il suo Mini 6,50 con il numero di scafo 975 stampato sulla prua è stato avvistato da un aereo Atlantic 2 della marina francese a 3 miglia da Brest (Bretagna), senza nessuno a bordo. Un bruttissimo indizio. Quindi la barca è stata raggiunta e rimorchiata a terra. Dopo alcuni giorni le ricerche dello skipper da parte della Guardia Costiera francese sono state sospese e i concorrenti della Transgascogne 2019, una regata d’altura sempre riservata ai Mini 6,50, rispetteranno un minuto di silenzio prima della partenza per rendere omaggio a Stéphane Thomas, alla sua passione per la vela, le regate, la navigazione in solitario.

Una vita da istruttore velico, inghiottito dal suo lago

L’altro incidente è accaduto invece a Desenzano, sul lago di Garda. Claudio Valle, istruttore di vela di 65 anni con un passato nell’aeronautica militare, lo scorso 21 luglio mentre stava facendo un’uscita con due allievi ipovedenti su una barca del circolo Fraglia Vela Desenzano è caduto in acqua ed è scomparso. L’uomo e la donna che erano a bordo con lui hanno testimoniato che a un certo punto lo hanno sentito togliersi il giubbotto salvagente che indossava, forse per il gran caldo, e che dopo pochi minuti lo hanno sentito cadere in acqua. Valle, che era un buon nuotatore e che frequentava la piscina regolarmente, ha annaspato, ha chiesto aiuto più volte.

Le due persone a bordo, pur non potendolo vedere, hanno lanciato il giubbotto nella direzione da cui veniva la voce, ma di Claudio Valle si sono perse le tracce. Nel punto in cui è avvenuto l’incidente il lago ha una profondità di 90 metri. Si suppone che il velista si sia sentito male, abbia avuto un mancamento e sia caduto in acqua. Il malore giustificherebbe anche il fatto che, una volta in acqua, l’uomo non sia riuscito a nuotare verso l’imbarcazione nonostante fosse un nuotatore provetto. Nelle ore successive alla tragedia la pagina di Facebook di Claudio Valle è stata inondata di messaggi di affetto, di cordoglio, di stima per le sue qualità tecniche e umane, ma anche di stupore, incredulità e sconforto per quanto accaduto.

La vela, disciplina bella e dannata

Un malore nel suo caso, chissà. E Stephane Thomas? Forse un malore anche lui o semplicemente una distrazione mentre era in manovra. Entrambi gli skipper non erano assicurati alla barca, un errore fatale e ingenuo sia per un navigatore oceanico come il francese, sia per un istruttore di lungo corso come l’italiano. Il mare dovrebbe insegnare a non dare mai nulla per scontato, a tenere gli occhi aperti, a rispettare sempre le regole di sicurezza. La vela è una disciplina bellissima che rende liberi e trasmette emozioni non comuni. Ma quando tutto sembra sotto controllo, all’improvviso ti volta le spalle e non fa sconti a nessuno.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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