Durante la crociera una corretta pianificazione della rotta da parte dello skipper non dovrebbe limitarsi a trovare il percorso più veloce da A a B, ma anche un tragitto che risponda a criteri di comfort per l’equipaggio e senza stress per la barca.
La maggior parte di noi velisti oggi fa affidamento su una serie di software per la pianificazione della rotta quando navighiamo in mare aperto. Questi dispositivi calcolano il percorso teorico più veloce tra due punti basato su polari e vento previsto, usando un metodo cosiddetto “isocronico”. Il software presuppone cioè che navigheremo con la barca al suo massimo potenziale, prendendo ogni onda sulla prua. Ciò può comportare un percorso che potrebbe sì essere veloce, ma anche brutalmente scomodo. Durante una crociera di piacere tuttavia tutto questo è poco tollerabile.
Per pianificare un tragitto che risponda non solo a criteri di velocità, ma anche a quelli di comfort dobbiamo definire alcuni parametri che ci consentano di effettuare una navigazione accettabile. Questi parametri cambieranno in base ai membri dell’equipaggio imbarcato e a quanto è pesante la nostra barca. Manipolando i dati con cui viene calcolato il nostro percorso, quindi confrontando i risultati, dovremmo essere in grado di pianificare una rotta molto più fluida, efficace e confortevole.
Come utilizzare i diagrammi polari
Le polari sono le curve che descrivono le prestazioni della barca disegnate su un grafico di tipo polare in funzione dell’intensità e della direzione del vento reale o apparente. Ogni set di curve rappresenta una particolare configurazione di vele, ad esempio randa e fiocco per le andature di bolina, piuttosto che randa e spinnaker per le portanti, ed è composto da singole curve relative alle varie intensità di vento. I primi ad usare le polari sono appunto i progettisti con lo scopo di confrontare le varianti di un progetto, ma ovviamente anche i velisti ne traggono vantaggio in particolare i navigatori, i timonieri e chi regola le vele.
I diagrammi polari servono soprattutto ai regatanti per fare raggiungere le massime prestazioni alla barca, ma possono essere utili anche ai crocieristi nella pianificazione delle rotte. Con alcuni limiti. In genere le polari sono il risultato dei sofisticati calcoli che i software di previsione delle performance (VPP) fanno, si tratta quindi di calcoli teorici che per vari motivi potrebbero non essere esattamente in accordo con la realtà. Inoltre, la strumentazione elettronica di bordo potrebbe non essere molto precisa o ben calibrata. Questi fattori possono portare anche a grosse discrepanze tra i numeri che si leggono sugli strumenti e quelli delle tabelle target (VMG). La procedura per verificare ed eventualmente correggere le polari teoriche prevede prima di tutto di calibrare correttamente la strumentazione elettronica di bordo e poi navigare al meglio delle possibilità della barca alle varie andature e con le varie intensità di vento registrando i dati di navigazione o semplicemente annotando le letture degli strumenti, in particolare angolo con il vento e velocità della barca, da confrontare poi con i diagrammi polari.
Forza del vento massima
Quasi tutti i software consentiranno l’immissione di una velocità massima del vento lungo il percorso. La velocità selezionata dovrebbe prendere in considerazione l’angolo del vento, il peso a bordo, l’esperienza dell’equipaggio e il set di vele utilizzato. Se il vostro software consente l’immissione di diverse intensità del vento per diversi punti di navigazione, allora sfruttateli tutti. Altrimenti, impostate la massima forza del vento, eseguite un percorso di prova e controllate: se l’intero percorso è sottovento, potreste aumentare la massima potenza del vento, quindi percorrere un altro percorso. Quando si impostano i limiti, ricordate che nel sistema frontale medio si possono prevedere venti gradiente del 10 per cento in più e raffiche del 25 per cento in più rispetto al vento previsto di 10 m. Alcuni software vi permetteranno di aumentare il gradiente del vento al 110 per cento. In caso contrario, riducete la forza del vento massima del 10 per cento.
Intensità minima del vento
Quando effettuate un lungo trasferimento a pieno carico, regolate le vostre polari in modo da riflettere il peso aggiuntivo a bordo, il che sarà particolarmente svantaggioso nei venti leggeri. Fate attenzione all’ottimismo del software di instradamento nei centri ad alta pressione. Una volta che il percorso è calcolato, sovrapponete un grafico MSLP (pressione sul livello del mare medio) e verificate che non vi porti nel suo centro massimo. Controllate la tabella dei trasferimenti per la velocità della barca contro la velocità del vento. Se ritenete che il percorso sia ottimistico, probabilmente lo è. Aumentate la forza minima del vento di 5 nodi e vedete se il percorso cambia.
Altezza significativa dell’onda
Aspettatevi di incontrare molte onde più piccole del previsto e alcune significativamente più grandi. Le onde che si infrangono possono essere considerate pericolose quando l’altezza delle onde supera un terzo della lunghezza di una barca, ad esempio onde di 4 metri che si infrangono su una barca di 12 metri. Quando impostate i vostri limiti per altezze d’onda significative, non pensate solo a ciò che è pericoloso, ma il quadro d’insieme. Prendete in considerazione il periodo delle onde: i mari più scomodi sorgeranno da periodi di onde più brevi combinati con altezze d’onda maggiori.
Se il pacchetto di rotta scelto non vi consente di specificare l’altezza massima dell’onda, controllate una carta specialistica rispetto alla rotta, quindi provate a impostare i waypoint per la rotta lontano dalle aree problematiche. In particolare, prendete nota delle condizioni che seguono periodi di forti venti sostenuti, quando la forza del vento è inferiore ma le onde potrebbero essere ancora grandi.
La direzione del vento
Durante la navigazione costiera, la direzione del vento in relazione alla corrente e alla geografia della costa avrà un enorme impatto sul comfort di bordo. Non aspettatevi che il vostro computer interpreti al meglio queste condizioni: queste sono spesso situazioni in cui il percorso più veloce è il più scomodo. Considerate lo stato del mare che sarà causato dal vento per via delle maree, delle scadute o delle onde sulla costa contro grandi scogliere. Impostate waypoint o zone vietate per tenervi lontano da fondali bassi o dalle basse maree.
In mare aperto controllate sempre la direzione del vento rispetto alla direzione del moto ondoso. I mari più scomodi possono verificarsi quando questi due parametri sono in contrasto. In particolare, fate attenzione allo spostamento del vento dopo il passaggio di un fronte, quando improvvisi cambiamenti nella direzione del vento possono causare pericolosi mari formati.
La vostra strategia
La strategia a breve termine (1-3 giorni) è spesso quella di scegliere i giusti orari di partenza e tenere conto degli effetti costieri. Non siate legati a una determinata data di partenza. La strategia a lungo termine sarà quella di valutare sistemi più grandi ed è una buona idea utilizzare grafici di analisi di superficie per prendere le giuste decisioni in merito, oltre a fare affidamento su un computer. Confrontate sempre diverse versioni del percorso, modificando i parametri, in particolare le polari. Se non vi piacciono le rotte risultanti, utilizzate i waypoint per forzare una modifica.
Le strategie a medio termine (3-5 giorni) possono essere le più difficili: si è troppo lontani dalla terraferma per cercare un porto di rifugio e spesso si subiscono passaggi di sistemi frontali. Se vi sembra davvero necessario navigare scomodi nel breve termine per avere vantaggio sul lungo termine, impostate almeno le isocroniche su intervalli brevi (1 ora) e controllate attentamente la tabella dei vari trasferimenti per le aree problematiche.